Non si tratta di una differenza minima ma sono ben 8 mila i geni che, in certe condizioni, sono espressi in modo differente tra i due sessi. Quindi, non differenti geni ma una loro differente espressione, soprattutto quando i soggetti sono sottoposti ad una condizione di stress. I risultati dello studio sono stati pubblicati da Adam Moeser e collaboratori su Biology of Sex Differences.

Una differente reazione allo stress

Quello che questo studio ha, per la prima volta, messo in evidenza è che il sistema immunitario di uomini e donne, sottoposto a condizioni di stress, reagisce in modo differente. Con le donne più vulnerabili e quindi più sensibili a determinate malattie.

E’ proprio vero, come viene scherzosamente sostenuto da una metafora popolare, che uomini e donne provengano da due pianeti differenti, da Marte i primi e da Venere i secondi. La differenze, secondo questi ricercatori, sta in una differente sensibilità dei mastociti nella genesi di reazioni allergiche, ipersensibilità e reazioni (shock) anafilattiche.

Queste cellule, quando attivate, liberano rapidamente una serie di attivatori pro-infiammatori.

I ricercatori hanno calcolato che sono ben 8 mila i geni che, nei mastociti risponderebbero in modo differente sotto stress. Non parliamo quindi di un differente corredo cromosomico che, come è noto, in uomini e donne differisce solo per i cromosomi sessuali (XX nelle femmine e XY nei maschi), ma di una differente espressione genica.

Le conseguenze dello stress

Non sono pochi gli effetti sulla Salute generati da una condizione di stress. E tutti sappiamo che le società moderne espongono in misura elevata gli individui a condizioni di stress quotidiano. Essere particolarmente sensibili allo stress vuol dire avere ripercussioni sulla salute, quali problemi allergici, malattie autoimmune o sindrome del colon irritabile.

Tutte patologie che colpiscono le donne in misura quattro volte superiore rispetto ai maschietti.

Approfondendo ulteriormente questi meccanismi, i ricercatori hanno scoperto che esisterebbero delle differenze anche a livello di RNA, acidi nucleici che sono alla base della filiera che porta alla costruzione di tutte le strutture vitali. Le differenze osservate andrebbero a ripercuotersi in una diversa capacità di accumulo di sostanze infiammatorie. Sostanze che, se liberate, vanno ad aggredire l’organismo causando danni.

Ulteriori studi sono ora necessari per rispondere a domande del tipo: questa differenza tra maschi e femmine è innata o si sviluppa in una determinata fase dello sviluppo? E possibile intervenire prima che si attivano questi meccanismi di sensibilizzazione? E’ possibile immaginare dei trattamenti farmacologici sesso-specifici in considerazione di questa differenza.