Si stima che l’acne vulgaris colpisca più di 50 milioni di individui in tutto il mondo, sia adolescenti che adulti. E’ la manifestazione visibile di un problema sistemico, le cui cause sono poco chiare e molteplici: iperinsulinemia, insulinoresistenza, sbilanciamento degli ormoni sessuali, infiammazione e disbiosi (alterazione) del microbiota intestinale (flora batterica).

La terapia di prima linea, a base di antibiotici per via orale e per uso topico per circa 3-6 mesi è efficace, ma può dare effetti collaterali, oltre a selezionare batteri resistenti, sia intestinali che cutanei.

I ricercatori della School of Medicine, insieme al Department of Dermatology, University of Sacramento (California – USA) hanno dimostrato, in un lavoro pubblicato sulla rivista International Journal of Medical Sciences nel maggio 2017, che è possibile raggiungere, con metodi alternativi, risultati analoghi a quelli della terapia farmacologica.

Una dieta corretta, associata ad integratori (nutraceutici estratti da piante e probiotici, microrganismi vivi), ha migliorato l’equilibrio della flora batterica intestinale, ha ridotto l’infiammazione locale e sistemica e la percentuale delle lesioni da acne.

Acne

I fattori che ne influenzano lo sviluppo sono produzione eccessiva di sebo, ipercheratinizzazione follicolare dei dotti pilosebacei e aumento del rilascio di mediatori di infiammazione a livello locale e sistemico (in tutti gli organi), mediata dal microbiota intestinale.

E’ stato osservato che il 40% dei soggetti con l’acne presenta ipocloridria (scarsità di acido cloridrico nei succhi gastrici) e predisposizione alla migrazione dei batteri dal colon all’intestino tenue (SIBO, sovracrescita di batteri nell’intestino tenue); questi producono metaboliti tossici dannosi per gli enterociti (cellule dell’intestino tenue).

Nel siero dei pazienti sono state rilevate anche endotossine prodotte da Escherichia Coli, e nelle feci una minore di quantità di Bifidobatteri (batteri buoni), prova di disbiosi intestinale (alterazione della flora batterica).

Il problema principale degli antibiotici è che viene alterata pesantemente la flora batterica. Alcuni hanno anche causato effetti collaterali consistenti: colite pseudomembranosa dalla clindamicina, cambiamento del colore della pelle dalla tetraciclina, effetti dannosi sul fegato dall’eritromicina; pertanto sono state prese in considerazione alternative alle cure standard.

Risultati clinici anti acne

La sperimentazione clinica indica che un’alimentazione ricca di ortaggi e frutta (fibre e polifenoli), povera di zuccheri semplici (ad alto carico glicemico) e alimenti processati (salumi e formaggi) favorisce l’equilibrio della flora batterica intestinale, diminuisce l’infiammazione sistemica e incrementa l’insulinosensibilità.

L’assunzione dei probiotici per via orale come Lactobacillus acidophilus e Bifidobacterium bifidum e prebiotici come inulina e glucani, è stata in grado di contrastare l’azione di microbi associati all’insulinoresistenza (Prevotella copri e Bacteroidetes vulgatus), di abbattere lo stress ossidativo sistemico, e i markers di infiammazione implicati nell’acne.

Nutraceutici a base di polifenoli estratti da frutti di bosco, fragole, uva, cannella, tè verde, foglie d’olivo, berberina e piante ad azione antimicrobica e antinfiammatoria come il guggul hanno dimostrato di ottimizzare la risposta all’insulina.