L'uso di metanfetamina aumenta in maniera significativa la probabilità di essere colpiti da un Ictus cerebrale, anche se si è giovani. E' quanto emerge chiaramente da un'ampia e approfondita analisi degli studi pubblicati finora sull'argomento e pubblicata su Journal of Neurology Neurosurgery & Psychiatry da Julia Lappin, Shane Darke e Michael Farrell, tre ricercatori della University of New South Wales di Sydney, in Australia.

Gli effetti della metanfetamina sul cervello

(2S)-N-metil-1-fenil-propan-2-ammina: questo è il vero nome della metanfetamina, secondo la rigorosa terminologia della chimica.

In gergo, invece, la metanfetamina è una droga ricreativa conosciuta come vetro, ghiaccio, crystal meth o speed, che è il soprannome più diffuso, e viene sintetizzata in laboratori clandestini con ingredienti economici e relativamente facili da reperire e da combinare.

Gli effetti della metanfetamina sul cervello sono molteplici dato che essa stimola l'attività di tutti i neurotrasmettitori di tipo monoamminico quali noradrenalina, adrenalina, dopamina e serotonina. Il risultato finale è uno stato di eccitazione dovuto all'attivazione di diversi circuiti nervosi. Accanto a questo effetto, però, la metanfetamina può indurre depressione, comportamenti ossessivi, deficit della memoria e dell'apprendimento, allucinazioni, movimenti incontrollati, aggressività e paranoia.

Inoltre, a differenza di quanto accade per la cocaina i cui effetti sono molto più brevi, gli effetti della metanfetamina si possono protrarre fino a 12 ore. Infine, la metanfetamina innesca ben presto fenomeni di dipendenza che inducono i consumatori a farne un uso sempre più massiccio per ottenere gli stessi risultati.

Metanfetamina e ictus cerebrale

Esaminando accuratamente quasi 80 tra i più rievanti studi pubblicati sull'argomento, i ricercatori australiani hanno scoperto che oltre agli effetti comportamentali e alla dipendenza, la metanfetamina provoca ictus cerebrale soprattutto di tipo emorragico, anche in persone sotto i 45 anni e per la maggior parte di sesso maschile.

"Se si considera che il rischio nella popolazione maschile generale sotto i 45 anni è di molto inferiore a quello riscontrato nei consumatori di metanfetamina" commentano i ricercatori australiani "e che l'uso di formulazioni sempre più potenti di questa droga si sta diffondendo a macchia d'olio nella popolazione giovanile, è lecito supporre che l'abuso di metanfetamina contribuisca in modo significativo all'aumento di casi di ictus tra i giovani osservato negli ultimi anni".