Gli studi epidemiologici suggeriscono che le diete ricche di ortaggi appartenenti alla famiglia delle Brassicacee (dette anche Crucifere) portano benefici al sistema gastrointestinale e riducono in modo significativo l’incidenza e la progressione del cancro. Quali le motivazioni?

I ricercatori dell’Institute of Food Research di Norwich (Regno Unito) lo hanno indagato su soggetti di età compresa tra 18 e 50 anni, somministrando una dieta ad alto contenuto di Brassicacee: complessivamente, per due settimane, 6 porzioni da 84 gr di broccoli, 6 di cavolfiori, 6 da 300 gr di broccoli e una zuppa di patate contenente 84 gr di broccoli.

La composizione del microbiota (batteri intestinali) è stata misurata nei campioni di feci prelevati ai partecipanti, al termine della dieta e dopo 2 settimane dalla fine del trattamento dietetico.

Nei soggetti è stata osservata una minore quantità di batteri riducenti lo zolfo come Clostridiales (Ruminococcaceae, Mogibacteriaceae, Clostridium) e un membro dei Bacteroidales (Rikenellacea), in genere abbondanti nelle feci di coloro che soffrono di colite ulcerosa, sindrome del colon irritabile e che consumano diete ad alto carico di proteine animali. Questi batteri incrementano l’idrogeno solforato in quantità tale da essere stato associato a disordini gastrointestinali e alla trasformazione delle cellule normali in tumorali.

Una dieta ricca di brassicacee può modulare positivamente, dunque, il microbiota nel tratto gastrointestinale. Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista Molecular Nutrition and Food Research, nel settembre 2017.

Brassicacee e microbiota intestinale

Questi ortaggi sono considerati alimenti funzionali, perché ricchi di fibre e vitamine, composti solforati e solfato inorganico, utili nella prevenzione dei tumori di diversi organi (mammella, colon, prostata, vescica e polmoni).

E’ stato dimostrato che l’ingestione di alimenti contenenti zolfo rilascia una quota di solfato assorbita nell’intestino tenue; una restante parte raggiunge il colon, disponibile per i batteri riducenti lo zolfo.

Nel microbiota sono stati identificati ben 22 taxa (gruppi) di batteri che elaborano solfato, tiosolfato o sulfito; alcuni producono il gas idrogeno solforato che a bassi livelli viene utilizzato dalla cellula insieme a ossido nitrico e monossido di carbonio per la Salute del tessuto, mentre in quantità eccessive danneggia l’intestino.

Lo studio

I partecipanti allo studio (maschi e femmine) con un indice di massa corporeo (BMI) tra 19.5 e 30 kg/m2, quindi normopeso-sovrappeso, prima di iniziare a seguire la dieta a base di ortaggi, hanno evitato il consumo di Brassicacee e altri alimenti con glucosidi solforati per due settimane.

Nel corso della digestione degli ortaggi, i glucosidi solforati contenuti, vengono idrolizzati da enzimi endogeni (mirosinasi) per dare origine a composti isotiocianati (sulforafano), ad azione protettiva della mucosa gastrointestinale, inibitrice della proliferazione dei batteri riducenti lo zolfo.

Dati analoghi sono stati osservati in precedenza con polvere di aglio e una dieta contenente 14 gr per chilo di peso corporeo al giorno di broccoli e cavoli.