Quanto sappiamo esattamente dei cibi che si consumano ogni giorno o quasi e che rappresentano la base della dieta di ognuno?
Ci ha pensato Coldiretti, pubblicando una lista dei cibi più pericolosi al mondo a causa della presenza di tossine, inquinanti microbiologici, aflatossine cancerogene, metalli pesanti e residui chimici, a rispondere a questa domanda relativa all'alimentazione.
Utilizzando i dati derivanti dal recente rapporto RASFF, Sistema di Allerta rapido europeo, Coldiretti ha presentato la lista durante il Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’alimentazione tenutosi a Cernobbio, individuando 14 alimenti a rischio salute.
Gli alimenti da evitare e la loro provenienza
Per effetto degli scambi commerciali europei ed extraeuropei, sono diversi gli alimenti che arrivano sulle tavole degli italiani contenenti sostanze altamente dannose per l’organismo.
Dalla Spagna, paese in cima alla classifica, arriva pesce contenente metalli pesanti come cadmio e mercurio, mentre dagli Stati Uniti sono stati scoperti 93 casi di ingredienti non autorizzati e quindi sospetti negli integratori.
Le arachidi tanto amate durante gli aperitivi, se provenienti dalla Cina e dagli Stati Uniti, hanno livelli di aflatossine cancerogene ben oltre i limiti consentiti, così come i pistacchi dell’Iran, i fichi secchi, le nocciole e i pistacchi della Turchia.
E dalla Turchia arrivano anche i peperoni che contengono eccessive quantità di pesticidi, mentre il peperoncino che viene importato dall’India presenta aflatossine e salmonella oltre i limiti.
Niente di buono anche sul fronte pollame, dove sono state scoperte 53 contaminazioni microbiologiche da salmonella in quello proveniente dalla Polonia e 15 contaminazioni biologiche in quello dei Paesi Bassi.
Le albicocche secche della Turchia hanno solfiti in eccesso mentre sono 25 i casi di aflatossine nella noce moscata proveniente dall’Indonesia, che arriva con certificati sanitari insufficienti.
Coldiretti, attenzione a cosa mangiate
L’allarme della Coldiretti rivolto ai consumatori è perentorio, occorre stare alla larga da alimenti che utilizzano ingredienti provenienti dall’estero e questo è possibile solo grazie a una accurata informazione, come sottolinea il presidente Roberto Moncalvo.
Durante il 2016 gli allarmi scattati nella Ue circa i prodotti non conformi importati sono stati 2925, relativi per lo più a paesi come la Turchia, che ha ricevuto il più alto numero di segnalazioni, la Cina, l’India, gli Stati Uniti e la Spagna.