In questo ultimo periodo siamo stati oggetto di numerosissimi avvertimenti circa cibo contaminato dalle più disparate sostanze chimiche o specie di microorganismi. I recenti tragici fatti italiani, che riguardano l'avvelenamento da tallio o la presenza di pesticidi, salmonella e listeria negli alimenti, sono ormai a conoscenza di tutta la popolazione. Al mondo ogni anno si ammalano circa 600 milioni di persone a causa della presenza di batteri, virus, pesticidi, funghicidi ed altre tossine, e per circa 420 mila persone il decorso della patologia è stato mortale.
I tragici dati sono stati resi noti dall'OMS nel mese corrente, ed inseriti nella regolare revisione dedicata alla sicurezza alimentare, che opera per prevenire, individuare e combattere le minacce dei prodotti a rischio per la salute della popolazione. I soggetti più colpiti dalle minacce di questo tipo sono indubbiamente i bambini, gli anziani, i malati e le donne in gravidanza. La stima dell'OMS paragona alla perdita di 33 anni di vita sana media, l'insorgenza delle patologie legate all’assenza di sicurezza alimentare.
Gli alimenti a rischio in Italia
Nel nostro Paese si sono verificati numerosi allarmi con conseguenti ritiri di cibo non idoneo e l'ultimo arriva dal Friuli, dove un infettivologo, Massimo Crapis, ha spiegato le patologie da lui riscontrate sono strettamente collegate a cibi rischiosi.
Le patologie legate ai cibi sono dissenteria e febbre e nei casi più gravi setticemia e meningite, che possono condurre alla morte soggetti immunodepressi o con problemi gastrointestinali cronici.
L'alimento più a rischio, secondo il patologo, è proprio il sushi, un cibo asiatico ormai di moda in Italia da anni, ma anche tutti gli altri cibi crudi o poco cotti, come tartare o carpaccio, o la verdura non lavata bene.
Sono carne e pesce a nascondere le insidie maggiori, cosi' come le uova non pastorizzate, come nella ricetta del classico tiramisù. Il pesce crudo o poco cotto, specialmente se si stratta di alici o pesce azzurro in generale, nasconde l'Anisakis, un terribile parassita intestinale che ha già causato numerose vittime in Giappone e nel mondo.
Come ridurre il rischio
Gli esperti consigliano di eseguire delle azioni mirate a ridurre il rischio di contaminazione, ed il primo passo necessario è il controllo dei punti di rischio per mezzo di adeguate infrastrutture che aiutino a gestire la sicurezza della catena alimentare. L'agricoltura e l'allevamento devono essere continuamente monitorate e le analisi a campione dei prodotti dovrebbero essere standardizzate ed aumentate.
Il consumatore può fare la sua parte prestando molta attenzione all'origine del cibo acquistato e alle notifiche riportate sulle etichette, ed informandosi sulla composizione delle stesse per prendere coscienza delle sostanze chimiche aggiunte negli alimenti, in modo da poter scegliere con attenzione.
E' opportuno anche ricordare alcuni importati accorgimenti nel trattamento e nella preparazione dei cibi, come l'igiene di frutta e verdura, pollame e uova, al fine di ridurre le contaminazioni crociate, la cottura dei cibi così come l'ormai diffuso utilizzo dell'abbattitore.