La nostra mente influenza così tanto il nostro corpo che oggi la psicosomatica è riconosciuta come una branca della psicologia, e ricerca le connessioni tra i disturbi fisici e la loro origine psicologica. Un aspetto di questa correlazione sono gli effetti placebo e nocebo, che riguardano la sfera della farmacologia, e sono le risposte positive o negative ai farmaci quando non c'è evidenza della presenza di un principio attivo. L'effetto nocebo non è altro che la comparsa di effetti collaterali dopo l'assunzione di una sostanza priva di azione farmacologica, e l'effetto si manifesta in misura maggiore se il soggetto è convinto che il medicinale in questione sia molto costoso.
C'è uno studio scientifico di un centro universitario tedesco, pubblicato su Science, che lo dimostra e che documenta come alcune aree cerebrali si attivino dopo l'assunzione di un medicinale, solo perché 'si aspettano' che ci sia la comparsa dei sintomi.
Al contrario, ma in maniera similare, l'effetto placebo è l'effetto positivo sulla salute, cioè un netto miglioramento delle condizioni di salute o la scomparsa dei sintomi, dato da una sostanza che non contiene il principio attivo farmacologico. Questa sostanza è infatti chiamata placebo e di solito contiene solo saccarosio, all'insaputa del soggetto trattato, che dopo l'assunzione manifesta chiari benefici.
Il test
La particolarità emersa dallo studio sperimentale è stata la correlazione tra l'effetto nocebo e il costo del farmaco, come se un farmaco costoso possa causare più danni.
L'esperimento è stato condotto su un campione di volontari divisi in 2 gruppi, a cui è stata prescritta una crema dermatologica che allevia il prurito, ma privata del principio attivo. Gli autori hanno avvisato i volontari che poteva presentarsi un effetto collaterale, una maggior sensibilizzazione locale al dolore, nota come iperalgesia.
La confezione della crema però è stata differenziata in un formato 'di lusso', all'apparenza costoso, e in uno economico ed inoltre sono stati apposti sulla scatola 2 prezzi totalmente diversi.
I sintomi analizzati hanno chiaramente evidenziato come l’iperalgesia avesse interessato con maggior frequenza i soggetti dotati del tipo 'costoso' di crema.
Il risultato è stato convalidato dall'analisi strumentale: le scansioni della risonanza magnetica funzionale hanno mostrato una maggior attivazione della corteccia prefrontale nei soggetti trattai con il farmaco costoso. Le scansioni hanno rilevato altre differenze tra le regioni cerebrali dei 2 gruppi, ed esattamente nella corteccia cingolata anteriore e nella sostanza grigia periacqueduttale, dove avvengono i processi di percezione del dolore.
I meccanismi mentali e la terapia
E' fondamentale, per gli studiosi della mente, condurre questo tipo di ricerche che spiegano i meccanismi mentali alla base degli effetti percepiti dai pazienti. Oltre che a spiegare le cause degli effetti collaterali percepiti, infatti, conoscere il meccanismo di risposta può influenzare notevolmente il trattamento, l'esito della terapia e la prognosi della malattia.
Spesso è più importante la comunicazione con il paziente che il mero trattamento farmacologico: se un paziente viene messo al corrente degli effetti collaterali e dei benefici attesi si potrebbe influenzare in un certo senso l'esito della terapia.