In Italia esiste una legge, la legge 40/2004 che regolamenta la Procreazione Medicalmente Assistita in acronimo PMA. Tale legge impone la crioconservazione degli embrioni in soprannumero, per un tempo indefinito. Gli ovociti fecondati ma non immessi in utero rappresentano un tesoro prezioso per quelle coppie che si sottopongono alla fecondazione assistita. Gli embrioni sottoposti a crioconservazione vengono depositati in una bio-banca e lì possono restare in eterno. La conservazione avviene a spese dello Stato e la coppia che decide di non utilizzare gli embrioni non può chiederne l'abbandono, l'eliminazione né la donazione ad un'altra coppia.

Gli embrioni saranno conservati ad una temperatura di meno 196 gradi in azoto liquido, per un tempo infinito. La rivista Vanity Fair ha parlato di questo argomento e dei rischi correlati con la dottoressa Liliana Restelli, responsabile del Dipartimento di embriologia del Centro Pubblico di Procreazione Medicalmente Assistita.

Una tecnica per ridurre al minimo il numero di embrioni soprannumerari

La dottoressa Restelli ha spiegato che ogni equipe medica adotta un proprio metodo coscienzioso per evitare sprechi inutili. Il Policlinico di Milano lavora secondo il principio di trasferimento di un unico embrione selezionato, in maniera tale si evitano il più possibile casi di gemellarità. Tuttavia, in ogni centro, i biologi valutano in base ai risultati ottenuti dalle terapie ormonali, all'età e alle patologie, quanti ovociti è bene inseminare.

Gli embrioni sono il prodotto dell'unione tra i due gameti, maschile e femminile, moltiplicatosi in un organismo pluricellulare. Di questo primo stadio cellulare la coppia non può disporre. Benché si decida di non utilizzarlo, non può essere donato o eliminato in alcun modo. Differente è il discorso per quanto riguarda i singoli gameti: ovociti e spermatozoi possono essere depositati nella bio-banca e donati o eliminati in qualsiasi momento.

Selezione naturale degli embrioni e calo fisiologico

Esiste un'autoselezione cromosomica naturale anche per quanto riguarda le tecniche di crioconservazione in laboratorio. Come spiega la dottoressa, questo metodo di congelamento prevede due prassi differenti. Una di queste è la vitrificazione grazie alla quale gli embrioni possono essere congelati in terza o in quinta giornata, quando l'embrione si è già moltiplicato in 200-300 cellule.

Come avviene in natura, dalla terza alla quarta giornata si ha un calo fisiologico di vitalità. Soltanto gli embrioni sani sopravviveranno. I restanti costituiranno la parte cromosomica non corretta. Questa tecnica consente di selezionare gli embrioni più adatti ad un impianto.

La donazione degli embrioni è vietata in Italia ma in altri paesi è possibile. Lo scorso 25 novembre negli Stati Uniti è nata Emma, da un embrione congelato 25 anni fa. Di fatto la storia di Emma è un record: il periodo più lungo di congelamento in vitro. Fra l'età embrionale di Emma e la madre "adottiva" c'è solo un anno di differenza.