La scienza, ed in particolare la ricerca medica, soprattutto nell'ambito chirurgico, ha compiuto molti passi in avanti negli ultimi decenni. Merito, senz'altro, dell'avanzamento non soltanto delle conoscenze strettamente mediche, ma anche dell'applicazione della tecnologia in ambito medico che consente di realizzare operazioni impossibili solo fino a qualche anno fa. Pertanto ciò che non era possibile fino a poco tempo fa, oggi lo è grazie a queste tecniche sempre più sofisticate. Il caso di cui ci accingiamo a darvi conto ne è la dimostrazione lampante.

Almerina Mascarello è una donna originaria di Vicenza che ha 55 anni. Si tratta della prima paziente in Italia a cui è stata impiantata una mano bionica. Ma andiamo a ripercorrerne la vicenda. Qualche anno fa, a causa di un grave incidente stradale, le viene amputata la mano sinistra. Così nel giugno del 2016 le viene effettuato un intervento per la sostituzione della mano con una protesi bionica.

Mano bionica: come funziona

La signora Almerina ha sperimentato per circa 6 mesi la mano bionica in grado di percepire il contatto con gli oggetti. L'intervento è stato realizzato presso il Policlinico Gemelli di Roma. La donna è stata sottoposta a numerosi test per migliorare le performance del dispositivo.

In una di queste sperimentazioni alla signora Mascarello, dopo essere stata bendata, è stato chiesto di valutare alcune caratteristiche degli oggetti tenuti con la mano bionica, ad esempio se risultassero duri o soffici.

Ma come funziona questa mano bionica? Intanto lo speciale dispositivo è stato realizzato a Pisa dal gruppo coordinato da Silvestro Micera, in collaborazione con i colleghi Politecnico di Losanna.

La mano bionica impiantata alla donna risulta in grado di imitare i movimenti della mano naturale per quanto riguarda le dimensioni e il peso. Inoltre consente anche di percepire le caratteristiche degli oggetti che vengono toccati ad esempio la consistenza, la forma e la durezza. La signora, in particolare, nell'autunno del 2016 è andata in giro per Roma con la mano bionica grazie a un piccolo zaino che conteneva al suo interno le batterie e il computer per farla funzionare.

Insomma può considerarsi un vero e proprio prodigio tecnologico.

Mano bionica: i primi risultati

Ripercorriamo brevemente la storia di questa protesi che nel 2014 è stata impiantata per la prima volta su un uomo danese di 34 anni, che ha perso la mano a causa dello scoppio di un petardo nel giorno di Capodanno. Per effetto di un dito artificiale connesso ad elettrodi inseriti chirurgicamente nei nervi del braccio, l'uomo poteva percepire la qualità delle superfici potendole distinguere in lisce o rugose. Tuttavia l'apparecchio per far funzionare la protesi risultava piuttosto ingombrante per cui non poteva ritenersi compatibile con l'utilizzo nella vita quotidiana.

Diverso invece come abbiamo detto, il caso della signora Almerina Mascarello che ha potuto lasciare l'ospedale con la mano hi-tech perché tutta l'apparecchiatura necessaria per il funzionamento della protesi si trova racchiusa all'interno di un piccolo zaino che registra i movimenti dei muscoli e li traduce in segnali elettrici.

In ogni caso si tratta di un prototipo per cui al momento la mano bionica le è stata rimossa. A maggio è previsto l'impianto definitivo. Soltanto allora la signora Mascarello, che già con il prototipo ha riscoperto gesti quotidiani, saprà se grazie a questa protesi bionica la qualità della sua vita potrà avere un miglioramento notevole. Glielo auguriamo di tutto cuore.

Mano robotica: i progressi della scienza

In questi ultimi anni la scienza ha compiuto sempre più passi in avanti anche in questo ambito. L'obiettivo dei ricercatori è di realizzare protesi artificiali che possano avvicinarsi sempre di più nell'imitare le caratteristiche degli arti umani. D'altronde basti pensare al progetto "My hand" realizzato dall'Istituto di Biorobotica della scuola superiore sant'Anna di Pisa.

Questa speciale mano robotica rieace a integrarsi con i muscoli e il sistema nervoso, pertanto in tal modo la volontà si trasforma in movimento. Non vi è dubbio quindi che la robotica entrerà non solo sempre di più nella nostra vita nei prossimi anni, ma potrà andare anche a sostituire o integrare parti del nostro corpo che non funzionano più a dovere per malattie oppure incidenti. Riguardo, ad esempio, ad applicazioni futuristiche, l'Istituto Italiano di Tecnologia ha realizzato un esoscheletro robotico che potrà consentire agli anziani di recuperare le forze perdute a causa dell'avanzamento dell'età.