L’incidenza della steatosi epatica sulla popolazione si aggira intorno al 25%, in coincidenza con l’aumento dell’obesità nel mondo, e può influenzare la comparsa della cirrosi epatica o del carcinoma epatico.

Le terapie per il trattamento della steatosi epatica sono ancora insufficienti. L’utilizzo dei probiotici (microrganismi vivi) si sta rivelando una via promettente: un’analisi di diversi studi condotti in soggetti con fegato grasso ha messo in evidenza, infatti, l’efficacia di alcuni ceppi di probiotici; da soli o in combinazione a prebiotici (fibre).

L’assunzione dei probiotici ha indotto una riduzione significativa dell’indice di massa corporeo (BMI), dei parametri epatici (AST e ALT), della circonferenza addominale, dell’indice HOMA (marker di insulino resistenza) e del grado del fegato grasso, misurato mediante ultrasonografia (test gold standard).

Il lavoro è stato pubblicato, alla fine del 2017, sulla rivista Euroasian Journal Hepatogastroenterology dai ricercatori del Department of Gastroenterology and Hepatology, JSS Hospital di Karnataka, India.

Steatosi epatica non alcolica e terapie

Il primo approccio per contrastare la steatosi epatica non alcolica è il cambiamento di stile di vita (esercizio fisico costante e alimentazione bilanciata), mirato a ridurre il peso corporeo.

Non sempre, tuttavia, i soggetti aderiscono facilmente a nuovi comportamenti, potenzialmente in contrasto con le loro abitudini quotidiane.

Sono state esplorate, quindi, nuove strategie per migliorare profilo glicemico, colesterolo e trigliceridi: metformina in combinazione con pioglitazone, vitamina E, statine, acido ursodeossicolico, probucolo, N-acetilcisteina, dosi basse di carnitina e pentossifillina.

Studi clinici

Alcuni ceppi di probiotici, da soli o uniti a prebiotici (fibre) hanno prodotto benefici sia negli adulti che nei bambini con fegato grasso: Lactobacillus rhamnosus GG; Lactobacillus bulgaricus in combinazione con Streptococcus thermophilus; Bifidobacterium longum insieme ai prebiotici Fos; Lepicol sia negli adulti che nei bambini; VSL#3 nei bambini obesi.

Il successo dei probiotici si deve al fatto che disbiosi intestinale, sovracrescita dei batteri dell’intestino tenue (SIBO) e aumento della permeabilità intestinale incidono sullo sviluppo della steatosi epatica non alcolica.

In questo contesto, i probiotici sono stati in grado di restaurare la normalità della flora intestinale e di diminuire l’infiammazione epatica; stanno diventando, dunque, un trattamento promettente per la facile disponibilità, il basso costo e l’assenza di effetti collaterali.