I trapianti oggi sono i tipi di operazione più diffusi e che consentono spesso di salvare la vita agli esseri umani anche nel caso di malattie molto gravi. Passando per il Trapianto di organi, si arriva a quello di testa che è ancora in fase sperimentale, fino ad arrivare a quello delle feci. Un trapianto di feci: molti di voi si chiederanno come funziona e soprattutto come cura le malattie. Innanzitutto, ciò che è sorprendente è che tale operazione consenta di combattere infezioni che risultano immuni agli antibiotici. Il trapianto viene effettuato qualora si presentassero malattie derivanti dalla poca presenza della flora batterica.

Come funziona il trapianto di feci?

La procedura è abbastanza semplice da spiegare. Si trasferiscono gli escrementi da un donatore sano al paziente malato. Le infezioni batteriche relative all'intestino sono pressoché incurabili con il solo ausilio dell'antibiotico. Per questo motivo, se non si adoperasse tale tecnica, il paziente nella maggior parte dei casi potrebbe morire. Alcune delle malattie in questione sono il morbo di Parkinson, la sindrome della stanchezza cronica, l'autismo, l'obesità e la sclerosi multipla. Il trapianto di feci è adoperato da anni negli Stati Uniti con il nome di Fecal microbiota transplantation. L'esito di tale operazione è quasi sempre positivo. Tale tecnica non è stata ancora approvata dalla Food and Drug Administration statunitense.

La mancata approvazione deriva dal fatto che l'operazione utilizza prodotti biologici e non farmaceutici e ciò comporta un ulteriore approfondimento degli studi. Gli effetti collaterali ci sono, ma non sono gravi, poiché in due giorni terminano: tra essi vi è febbre, vomito, diarrea, stitichezza.

Lo studio fatto a Monza

Il trapianto di feci è stato testato a Monza, più precisamente all'ospedale San Gerardo.

La malattia curata è la Klebsiella Pneumoniae Carbapenemasi, di cui l'Italia è molto colpita. Colpisce gli immunodepressi e si tratta di un'infezione batterica che ha un tasso di mortalità pari all'80%. La KPC resiste all'assunzione degli antibiotici. Lo studio è stato effettuato su 25 pazienti colpiti da tale malattia. La parte intestinale è stata spurgata dai batteri proprio grazie all'introduzione delle feci donate da persone sane.

Il risultato è sorprendente. Dopo un mese dal trapianto, i pazienti guariti sono la metà. I medici preferiscono restare cauti perché andrebbero effettuate nuove verifiche e si dovrebbe passare a sperimentazioni su larga scala. Intanto però questa è una soluzione che potrebbe andare man mano a svilupparsi.