La Corte di Cassazione apre, definitivamente, la strada alla gratuità delle cure per tutti i malati di alzheimer, indipendentemente dal reddito imponibile del soggetto richiedente. Le conseguenze di questa decisione potrebbero essere sicuramente di vasta portata non solo per i malati e i parenti che li accudiscono ma anche per le aziende farmaceutiche che producono i medicinali, fino allo Stato che deve garantire il rispetto della decisione del Supremo Collegio.
Vediamo, quindi, di illustrare le motivazioni di fatto e di diritto che hanno portato a questa storica sentenza.
Le motivazioni della sentenza della Corte
Il Supremo Collegio si è trovato di fronte il ricorso della Regione Lazio contro la decisione del Tribunale di Roma che aveva condannato la Regione a risarcire la figlia di un anziano signore delle spese sostenute mentre il genitore era ricoverato. Le spese per questa particolare patologia neurodegenerativa devono, secondo i giudici di merito, essere sostenute dal Servizio Sanitario Nazionale. La Corte di Cassazione ha confermato dunque l'interpretazione del Tribunale di Roma.
La situazione dell'Alzheimer in Italia
Secondo i dati a disposizione di Pronto Alzheimer sono migliaia le persone che necessitano di assistenza specializzata, cure, ma anche solo di informazioni generali sulla malattia, il suo sviluppo, le possibilità di ottenere agevolazioni o altro. Solo nel 2017 le chiamate sono state quasi 5 mila. Infatti, secondo le stime della Federazione Alzheimer Italia nel nostro Paese ci sarebbero almeno 1 milione e 200 mila persone affette da questa drammatica malattia neurodegenerativa. Sempre secondo i dati a disposizione della Federazione Alzheimer la Regione che si è dimostrata più attiva nelle richieste di aiuto è stata la Lombardia. E' Milano la città capofila anche in questa particolare classifica.
Comunque, subito dopo segue il Lazio, all'origine della pronuncia della Cassazione. Ma anche Piemonte, Emilia Romagna e Veneto.
Le conseguenze della sentenza
Tornando alla sentenza della Cassazione, la conseguenza immediata potrebbe essere un pesante esborso da parte della Regione Lazio che potrebbe vedersi costretta, a seguito dei migliaia di ricorsi analoghi, a rifondere i cittadini delle spese di degenza e delle rette delle varie Case di Cura. Basti pensare che presso il Tribunale di Roma sono già state avviate almeno 10 cause analoghe a quella che ha visto soccombente la Regione Lazio. E, nello stesso tempo, l'associazione Avvocato del Cittadino ha proposto una vera e propria azione collettiva, a cui finora hanno aderito altri 100 soggetti, allo scopo di ottenere i giusti rimborsi. Cosa ora più facile grazie a questa decisione storica.