Dimmi come e cosa mangi e saprai se resterai in salute. Potrebbe sintetizzarsi con queste parole l'estrema importanza che riveste l'alimentazione per la nostra salute. In particolare gli esperti, quali i dietologi e i nutrizionisti, se si è in buona salute consigliano di seguire una dieta che privilegi soprattutto determinati alimenti, quali la frutta e la verdura. Nella vita di tutti i giorni però, presi dal vortice delle occupazioni quotidiane, dal lavoro alla famiglia, non sempre abbiamo il tempo di poter seguire questi consigli, per cui può capitare che pasti veloci e poco nutrienti vadano a comporre il nostro menù dietetico.
Ma quali sono le conseguenze per la salute?
Cibo-spazzatura: ecco cosa rischiamo
Stando ai dati raccolti nell'ambito di un ampio studio, Nutrinet-Santé ha analizzato la relazione tra salute ed alimentazione. In particolare i ricercatori hanno posto dei questionari a più di centomila francesi che dovevano riferire circa le loro abitudini alimentari nell'arco della giornata. Gli autori dello studio hanno passato in rassegna circa 3300 alimenti, che i volontari avevano riportato nel questionario, quindi hanno registrato i casi di patologie tumorali registrati nell'arco di cinque anni.
Junk food: quali patologie tumorali si potrebbero rischiare
I ricercatori, che hanno tenuto in considerazione anche altri fattori di incidenza relativi allo sviluppo di patologie tumorali, quali il fumo, l'obesità, hanno isolato nell'alimentazione un ulteriore fattore specifico che può aumentare il rischio di sviluppare tumori. In particolare un consumo pari a un 10% in più di cibi ultraprocessati determina un aumento pari al 12% del rischio di essere colpiti da un tumore. L'aumento si è verificato per alcuni tumori specifici, in particolare la maggiore incidenza del rischio è stata pari al'11% per il carcinoma alla mammella, mentre per quelli alla prostata o al colon-retto non è emersa alcuna evidenza significativa.
In ogni caso onde non creare allarmismi di sorta, va specificato che questo rischio aggiuntivo riguarda solo gli alimenti che si definiscono ultra-trasformati, mentre non coinvolge ad esempio il pane, il formaggio o le verdure in lattina che sono prodotti industrialmente. Gli stessi autori della ricerca che è stata pubblicata sul British Medical Journal, in ogni caso sottolineano che si tratta di uno studio osservazionale, che pertanto non stabilisce alcuna correlazione di causa ed effetto. Si può affermare, invece, con ragionevole certezza che il consumo di alimenti ultra-processati, la cui composizione deriva quasi del tutto da ingredienti di origine industriale, quali ad esempio gli estratti o le paste vegetali, aumentano il rischio di obesità.