In questi giorni, a Torino, si sono riuniti oltre duecento docenti italiani di oncologia con l’obiettivo di presentare le ultime ricerche e rafforzare il ruolo dell’università nella formazione e nell’indagine scientifica.

Novità in ambito tecnico

Una nuova modalità di chirurgia è stata presentata durante il corso “Better than live” a cura del professor Giovanni Succo, direttore del Reparto di Chirurgia Oncologica Cervico-Cefalica dell’Istituto di Candiolo. Questo tipo di intervento sfrutta la terza dimensione e la realtà virtuale per operare tumori difficili, specialmente quelli “testa-collo”, cioè quelli compresi tra il cervello e il busto.

La nuova tecnica permette di osservare dettagli non visibili a occhio nudo grazie a un’esocamera manovrata dal chirurgo: le immagini vengono amplificate su un monitor e il medico può agire con maggior precisione limitando la zona dell’intervento e aumentando l’efficacia dell’operazione. Oltre alla precisione e alla minor invasività della manovra, questa tecnica permette un recupero più rapido per il paziente e un minor trauma a livello estetico: la zona testa-collo infatti è una delle parti più esposte e scoperte. In questa direzione va la medicina contemporanea: avvicinare cura ed estetica.

Il 15 febbraio è anche la Giornata mondiale contro i tumori infantili. Ogni anno vengono diagnosticati 300 mila casi, ma otto pazienti su dieci possono salvarsi.

Per aiutarli a combattere e superare il dolore è nata una start up italiana, fondata da Valentino Megale, dottore in neurofarmacologia. Si chiama “Tommi” e da poco ha vinto il premo Healthcare Challenge di Pfizer a Berlino; l’Ospedale Bambino Gesù ha iniziato a sperimentare questo progetto.

Curare coi videogiochi

Il videogame sviluppato offre una tecnologia d'immersione sensoriale per supportare i piccoli pazienti durante l’ospedalizzazione e durante il recupero: davanti ai loro occhi scorrono immagini rassicuranti e rilassanti, così da farli entrare in un mondo tranquillo dove si avverte meno dolore.

Del team di sviluppo fanno parte ingegneri, programmatori, medici e psicologi. L’atmosfera fantasy non è solo astratta: il bambino si confronta con attività progettuali che gli permettono di distrarsi dal dolore e soprattutto di riprendere in mano la sensazione di controllo di sé e della malattia, aderendo con più consapevolezza alla terapia.

Inoltre il videogioco raccoglie a sua volta dati sulle prestazioni psicomotorie del bambino, aiutando i medici a calibrare i loro interventi.

La realtà aumentata sta per entrare definitivamente nella prassi medica, accostandosi alle sempre più frequenti intrusioni della robotica che, pur garantendo una precisione assoluta, ha bisogno di affiancarsi a strumenti come Tommi per evitare che il paziente perda il contatto con la realtà e con le persone vere.