Una donna affetta da ipertensione arteriosa è stata curata con successo grazie alla terapia del freddo. Si tratta del primo caso al mondo di utilizzo di questa tecnica innovativa ed è stato messo in pratica in Italia presso l’Azienda Ospedaliera dell’Università di Padova. La terapia, denominata crio-ablazione, è stata descritta sula rivista scientifica “The American Journal oh Hypertension” in riferimento ad un intervento compiuto un anno fa e che ha visto la completa guarigione della giovane paziente.

La tecnica della crio-ablazione per la cura dell’ipertensione arteriosa

La tecnica della crio-ablazione è stata applicata per la prima volta al mondo su una giovane donna di vent’anni grazie all’equipe della clinica dell'ipertensione arteriosa dell’Università di Padova, guidata dal professor Gian Paolo Rossi. Alla paziente era stato diagnosticato un reninoma, un piccolo tumore secernente renina, una sostanza che provocava ipertensione alterando i valori del sangue. Normalmente, questo tipo di tumore è molto difficile da individuare a da operare a causa delle sue piccole dimensioni, ma grazie alla tecnica messa a punto in Italia, non solo si è potuto individuare la neoplasia ma si è riusciti ad intervenire in modo poco invasivo e, soprattutto, con pieno successo.

L’intervento è consistito nell’inserire un ago da 1,5 millimetri nel fianco destro della paziente alla quale era stata somministrata una leggera anestesia. Grazie alla guida della Tomografia Computerizzata. I medici sono riusciti ad aspirare un piccolo frammento utile alla conferma della diagnosi e, successivamente, ad inserire nello stesso foro un ago più piccolo con il quale è stata effettuata la crio-ablazione.

In pratica, sono stati effettuati due cicli di raffreddamento che hanno congelato il tumore provocandone la necrosi.

La paziente è stata dimessa il giorno successivo a quello dell’intervento e, ad una anno di distanza, presenta valori di pressione arteriosa nella norma senza bisogno di assumere farmaci.

Lo studio sull’ipertensione arteriosa

Lo studio sull’ipertensione arteriosa condotto dall’Università padovana ha consentito, negli ultimi sei mesi, l’individuazione di altri due casi di tumori secernenti renina, dato straordinario se si considera che due erano stati anche i casi diagnosticati negli ultimi 35 anni utilizzando i metodi diagnostici tradizionali.

La nuova tecnica per individuazione e la cura di questa rara causa di ipertensione arteriosa avrà effetti notevoli sulla qualità della vita dei pazienti riducendo i tempi di degenza ed eliminando gli effetti economici derivanti dal fatto di doversi sottoporre alla stessa terapia farmacologia, che dura tutta la vita, prescritta ai pazienti affetti da ipertensione essenziale.