Iss (Istituto superiore di sanità) rivela che in Italia ci sono circa 6.000 persone che hanno contratto l'hiv e a cui non è stata ancora diagnosticata la malattia. Una popolazione infetta che si trova già in fase avanzata del virus, cioè con un'infezione in atto da diversi mesi. Nonostante il loro sistema immunitario sia già stato indebolito dall'attacco del virus, non si sono ancora sottoposti a visita medica.
Rappresentano una percentuale molto alta, intorno al 40%, dei circa quindicimila casi di sieropositivi a cui non è ancora stata diagnosticata la malattia.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Eurosurveillance e i dati si riferiscono al biennio 2012-2014.
La diagnosi tardiva dell'HIV rappresenta una grande minaccia per la salute pubblica in tutto il mondo, spiega la ricercatrice Vincenza Regine dell'Iss. In Italia, secondo gli ultimi dati del 2016, ci sono oltre 130.000 persone che hanno contratto il virus dell'HIV. Sono circa 15.000 le persone tra queste a cui non è stata ancora diagnosticata la malattia.
Non identificare subito la sieropositività da HIV ha conseguenze negative, sia a livello individuale che di popolazione. Persone a cui viene diagnosticata la malattia in ritardo hanno una bassa risposta alla terapia antivirale e trattare questi pazienti diventa molto complesso e costoso.
Gli individui che sono in una fase avanzata di immunosoppressione dovuta al virus sono ad alto rischio di ricoveri clinici e di morte. Oltre a questo i casi diagnosticati in ritardo rappresentano una potenziale fonte di trasmissione dell'HIV ad altre persone per un periodo considerevole di tempo.
HIV e AIDS
L'HIV o virus dell'immunodeficienza umana può tramutarsi in sindrome da immunodeficienza acquisita o AIDS, se non opportunamente curato.
Mentre il corpo umano è in grado di combattere e distruggere altri tipi di virus, non riesce a eliminare completamente l'HIV, neanche se sottoposto a terapie mirate.
L'HIV distrugge il sistema immunitario della persona colpita e in particolare le cellule chiamate CD4 o cellule T, che sono le sentinelle del sistema immunitario e lo aiutano a combattere le infezioni.
Se non trattato, l'HIV fa diminuire il numero di cellule CD4 nel corpo, rendendo la persona più vulnerabile e soggetta ad altre infezioni o tumori legati alle infezioni. Con l'avanzare della malattia l'HIV distrugge talmente tante di queste cellule che il corpo non ha più difese contro infezioni e malattie.
L'AIDS è la fase più avanzata dell'infezione da HIV; il sistema immunitario delle persone con AIDS risulta gravemente danneggiato ed è quindi esposto a un numero sempre maggiore di gravi malattie, chiamate infezioni opportunistiche. La trasmissione del virus avviene attraverso rapporti intimi non protetti, con l'uso promiscuo di aghi o siringhe o il contatto con alcuni liquidi corporei, come sangue e latte materno.
AIDS: i sintomi
Una percentuale altissima, pari all'80% delle persone contagiate dall'HIV presentano sintomi comuni all'influenza nelle prime 2-4 settimane. Febbre, gola infiammata, forti mal di testa ed eruzione cutanea sono sintomi comuni, mentre fatica, linfonodi arrossati, dolori articolari e muscolari accompagnati da nausea e vomito, ulcerazioni in bocca e nella zona genitale e sudorazione notturna sono meno comuni. I sintomi hanno una durata in genere di un paio di settimane.
La diagnosi in Italia
In Italia la segnalazione di nuove diagnosi di HIV è obbligatoria dal luglio 2008 per tutte le strutture sanitarie. Ci sono 173 centri di malattie infettive (CDC) che offrono il monitoraggio gratuito e la terapia a tutte le persone sieropositive, compresi i cittadini non residenti e i migranti privi di documenti.
I dati sulle nuove diagnosi sono raccolti dai sistemi di sorveglianza regionali e inviati annualmente ad un centro coordinato dall'Istituto nazionale di salute di Roma.
Il centro raccoglie su base annua i dati demografici (età, genere, nazionalità, area geografica di diagnosi e zona geografica di residenza), le informazioni cliniche, compresa la fase della malattia e l'esposizione all'HIV per diversi gruppi di persone (persone che iniettano farmaci, donne e uomini eterosessuali e non).
I più colpiti risultano gli uomini tra i 25 e i 44 anni, sia etero che non, residenti nelle regioni del nord Italia. In Europa la stima dei casi non diagnosticati si aggira intorno ai 110.000, il 33% circa dei quali in fase già avanzata; il trend del numero dei casi non diagnosticati in Europa è però in costante diminuzione.
I dati indicano che ci sono un numero considerevole di persone con HIV non diagnosticato in Italia che devono essere trattate immediatamente. La mancata diagnosi di questi individui si può tradurre in una maggiore mortalità per loro, aumenterà il rischio di trasmissione della malattia e i conseguenti costi per il sistema sanitario. Oltre alla diagnosi serve la prevenzione per evitare che il virus si diffonda.
Fondamentale diventa allora la campagna di informazione per prevenire comportamenti a rischio. Ignorare il problema e non parlarne invece favorisce la diffusione del contagio.