Lo zucchero bianco (saccarosio), che sia ottenuto da barbabietola o da canna da zucchero, è un prodotto raffinato, privato cioè di tutti gli altri possibili nutrienti che ritroviamo, sebbene in piccole tracce, nello zucchero grezzo di canna. Demonizzato da gran parte dei nutrizionisti, croce e delizia per tutti coloro che non riescono proprio a farne a meno, questo concentrato di dolcezza non sarebbe solo causa (o concausa) di diabete, carie dentaria, obesità, cancro e varie altre patologie.
Da oggi (ma il suo utilizzo è davvero antico) lo zucchero rientra a pieno titolo tra i Rimedi Naturali per la cura di ferite, anche gravi, come quelle infettate da batteri (superbatteri) antibiotico-resistenti. Le prove di questa sua efficacia sono state raccolte da Moses Murandu, docente senior in infermieristica per adulti presso l'Università di Wolverhampton, in Inghilterra.
Moses Murandu e i suoi studi sullo zucchero
Moses Murandu racconta di essere cresciuto in condizioni di povertà presso gli altopiani orientali dello Zimbabwe, dove era abituato ad utilizzare il sale per curare le ferite quando cadeva e si tagliava.
Tuttavia, quando la famiglia poteva permetterselo economicamente, ricorreva ad un rimedio che bruciava e pizzicava di meno, e che sembrava funzionare anche meglio del sale: lo zucchero.
La vita ha riservato un bel salto di qualità al giovane Murandu quando, nel 1997, è stato assunto come infermiere presso il National Health System (NHS) nel Regno Unito. In questa circostanza è rimasto piuttosto sorpreso quando ha notato che un rimedio che lui conosceva bene per la sua efficacia come lo zucchero, non fosse impiegato in alcun tipo di trattamento medico. Negli anni, comunque, è riuscito ugualmente a portare avanti le sue ricerche, che oggi gli sono valse un prestigioso riconoscimento da parte del "Journal of Wound Care".
Come riesce lo zucchero a favorire la guarigione dalle ferite?
Nulla di più semplice, come spiega lo stesso Murandu: per curare una ferita con lo zucchero basta versarlo sulla zona interessata, ed applicare una benda intorno ad essa; l'operazione va ripetuta più volte al giorno fino a completa guarigione. I granelli di zucchero, infatti, posseggono proprietà igroscopiche, essendo in grado di assorbire l'umidità che normalmente consente ai microbi di moltiplicarsi, evitando così che si sviluppino le infezioni, e permettendo una più rapida guarigione della lesione cutanea.
Del resto, lo zucchero è noto nell'ambito delle tecnologie alimentari per la sua capacità di abbassare l'attività dell'acqua (l'acqua libera viene utilizzata dai microrganismi per crescere, ma se legata, ad esempio, a questo prodotto, ciò non può avvenire), che permette di conservare più a lungo gli alimenti (marmellate, etc.).
Un simile rimedio a costo zero è particolarmente importante, se pensiamo alle zone più povere del mondo, in cui in pochi possono permettersi di acquistare degli antibiotici. Inoltre risulta fondamentale anche per combattere le infezioni da super-batteri, laddove un uso sconsiderato di antibiotici ha reso vana qualsiasi altra possibile cura.
L'obiettivo di Murandu è quello di ottenere dei finanziamenti per supportare le sue ricerche e convincere il NHS a utilizzare il saccarosio quale alternativa agli antibiotici. Ma come ben sappiamo, buona parte della ricerca scientifica è sostenuta economicamente da aziende farmaceutiche che non hanno alcun interesse a finanziare qualcosa che non possa essere brevettato.
La gamba di una donna salvata dall'amputazione grazie allo zucchero
A conferma delle sue osservazioni, Murandu ha anche condotto degli studi di laboratorio, in cui ha dimostrato come la crescita microbica da una parte venga incoraggiata dalle giuste dosi di saccarosio (quale miglior "alimento" dello zucchero per i batteri?), dall'altra invece venga inibita quando le concentrazioni dello stesso cominciano a salire, divenendo incompatibili alla vita dei ceppi batterici in questione. Lo studioso ha iniziato a registrare i primi casi di guarigioni eclatanti quando ancora viveva ed operava in Africa, tra Zimbabwe, Botswana e Lesotho.
Tra di essi risulta quello di una donna che vive ad Harare. La signora presentava una grave ulcerazione ad una gamba che le procurava dolore e fastidio da oltre 5 anni.
I medici le avevano prospettato l'amputazione dell'arto come unica estrema soluzione al suo problema. A quel punto Murandu, contattato dal nipote della donna, le propose di provare il suo rimedio con risultati sorprendenti: la ferita è completamente guarita, e la donna ha ancora la sua gamba.
Il rimedio può essere applicato ai pazienti diabetici?
In Inghilterra, Murandu è riuscito a documentare altri 41 studi clinici su pazienti inglesi non ancora pubblicati, ma che vengono regolarmente presentati dal ricercatore durante conferenze nazionali ed internazionali. Una domanda che di solito viene posta allo studioso, è se il suo rimedio possa essere impiegato su pazienti diabetici che comunemente presentano ulcere alle gambe e ai piedi.
Ebbene, contrariamente a quanto si possa immaginare, lo zucchero è un ottimo rimedio anche per costoro. Infatti per trasformare il saccarosio in glucosio (il vero nemico del paziente diabetico) è necessario l'enzima sucrasi che è presente solo a livello intestinale, dunque un uso esterno non può essere pericoloso in nessun caso.