Sia che si parli di mammiferi che di esseri umani l'aggressività è spesso frutto di emozioni impulsive non predeterminate. Studiando tali pulsioni nei topi è stato possibile per la prima volta "accendere" o "spegnere" a comando i neuroni legati a comportamenti aggressivi. Il sistema nervoso dei topi è molto simile a quello degli esseri umani, per cui molte delle sperimentazioni vengono effettuate sui medesimi per poter studiare l'origine neurologica e genetica di molte delle emozioni ed impulsi che provengono dal sistema nervoso centrale. Individuando la zona neurologica dove nascono gli impulsi aggressivi è stato possibile anche trovare il modo di attivarli o inibirli a distanza.

Una ricerca svedese

Il comportamento aggressivo a livello neuronale è stato portato avanti da un team di ricercatori dell'Istituto Karolinska di Svezia, coordinati da Stefanos Stagkourakis e Christian Broberger. Lo studio pubblicato sulla rivista Nature Neuroscience si è basato su una particolare tecnica che permette di combinare impulsi luminosi e genetici. Grazie a questa metodologia denominata tecnica optogenetica i ricercatori svedesi sono riusciti a individuare una zona limitata di neuroni che controllano l'aggressività dei mammiferi. Si tratta di una zona molto antica conservata nell'encefalo. In particolare le cellule nervose dell'aggressività si trovano in una zona interna ai due emisferi cerebrali.

È possibile controllare l'aggressività?

La zona che controlla gli impulsi aggressivi è stata individuata nel nucleo premammillare ventrale dell'ipotalamo. Tale zona cerebrale controlla altre attività involontarie quali il sonno, la termoregolazione e l'attività ormonale. Secondo quanto dimostrato da questa ricerca, una volta localizzate le cellule che determinano l'aggressività, è possibile trovare il modo di inibire a comando determinati comportamenti aggressivi.

Si tratta di una rivoluzione in campo scientifico, che per ora è ristretta soltanto ai topi in fase sperimentale. L'importanza di tale ricerca ha però permesso di comprende fin da ora alcune sensazioni di nervosismo che si manifestano negli esseri umani dopo la fase di aggressività. La speranza in un prossimo futuro sarà quella di determinare un'efficace inibizione degli impulsi aggressivi per evitare lo scatenarsi di conseguenze deleterie in molte situazioni che possono diventare "scottanti".