Il cancro per decenni è stato combattuto con la ricerca di farmaci e terapie atti a decretare la morte delle cellule tumorali, difficili da combattere per la loro velocità di duplicazione. Ora però si prospetta un nuova strategia che la scienza sta sperimentando e che è mirata al monitoraggio e al controllo di alcune cellule maligne, chiamate "silenti o dormienti". Queste cellule si annidano in silenzio nei meandri del nostro organismo e prima o poi danno origine al cancro. Sono le principali dispensatrici di metastasi e si presume che determinino il 90% dei decessi per cancro.

Le cellule dormienti sono le responsabili della ricomparsa del cancro in quei pazienti trattati e con un iniziale decorso positivo.

Un diverso approccio

Purtroppo i normali trattamenti chemio e radio terapici hanno lo scopo di neutralizzare le cellule cancerose bloccandone la sintesi proteica, e quindi, la duplicazione. Anche il DNA di queste cellule viene compromesso dai farmaci, che quindi ne impediscono la proliferazione. Ma la terapia funziona solo contro cellule con un'elevata velocità di duplicazione, mentre risulta inefficace contro le cellule dormienti, proprio perché si trovano in una fase letargica e non si dividono attivamente. Non è facile trovarle perché sono molto rare e dovrebbero essere localizzate tra miliardi di cellule normali dell'organismo.

Fino ad ora la scienza non disponeva di strumenti adatti per poterle studiare ma secondo una voce autorevole in materia, il dr. Julio Aguirre-Ghiso, ricercatore oncologico presso la Icahn School of Medicine di New York, le cose stanno cambiando. In questi giorni lo studioso incontrerà altri colleghi a Montreal, in Canada, in un meeting dedicato alle cellule dormienti.

L'identificazione

I biologi stanno migliorando le tecniche per identificare queste cellule e tra essi Joshua Snyder, un biologo cellulare della scuola di medicina universitaria Duke del Nord Carolina. ne ha scoperta una che usa una miscela di markers fluorescenti per tracciare i geni collegati al cancro. Nel meeting canadese inoltre il genetista Jason Bielas di Seattle, presenterà i primi risultati dei suoi studi mirati a dotare le cellule dormienti di una sorta di codice a barre utilizzando sequenze specifiche di sequenze di DNA.

In questo modo le cellule potranno essere "schedate" usando metodi di monitoraggio tramite DNA che permettono di rintracciare una cellula tra miliardi.

Inoltre il team di Aguirre-Ghiso ha scoperto che la combinazione di due farmaci, la 5-azadeossicitidina e l'acido retinoico, possono indurre il "letargo" nelle cellule del cancro della prostata, sia in coltura sia nei topi. Infine è stata anche trovato, da una collega di Ghiso, Veronica Calvo-Vidal, un inibitore di una proteina, detto PERK, che si trova in altissime concentrazioni nelle cellule dormienti e sta studiando il modo di usare l'inibitore per ucciderle.

I tipi di cancro "riaccesi" dalle dormienti

Ci sono alcuni tipi di tumori particolarmente soggetti alla presenza di queste particolari cellule, come il cancro alla mammella, alla prostata e al pancreas, uno dei più temibili.

Spesso i pazienti che ne soffrono hanno delle ricadute anni dopo il trattamento oncologico, nonostante le masse tumorali siano state rimosse ed irradiate, a causa di metastasi che si risvegliano improvvisamente. Le cellule dormienti si "staccano" dalla massa tumorale per andare a nascondersi da qualche altra parte, viaggiando indisturbate nel sangue, e vanno in una sorta di letargo finchè qualcosa non le risveglia. Il loro risveglio coincide con la partenza di un nuovo ammasso tumorale, da qualsiasi parte del corpo. Gli studiosi stanno cercando adesso di scoprire la natura del "sonno" di queste cellule così da poter intervenire sui meccanismi del risveglio ed impedirli. D'altra parte si deve cercare di capire anche come poter rintracciare il passaggio delle cellule dalle masse tumorali preesistenti al resto del corpo, per poterle così localizzare con maggior facilità.