Un team di ricercatori statunitensi del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (Istituto nazionale di allergie e malattie infettive) sta proficuamente lavorando nella messa a punto di un vaccino contro il virus dell'HIV; gli scienziati, in pratica, partendo dalle loro conoscenze dettagliate sulla struttura del virus, hanno individuato un suo punto di vulnerabilità e progettato un nuovo e potente vaccino che potrebbe rappresentare un importante passo in avanti nella lotta all'HIV. Sono previsti i primi test sull'uomo a partire già dal prossimo anno, vi è un certo ottimismo tra i ricercatori dopo i primi risultati positivi conseguiti, a livello di risposta immunitaria, durante una prima fase di sperimentazione eseguita su animali (ratti, porcellini d'India e scimpanzè).

Il vaccino è concepito per aggredire una parte vulnerabile del virus dell'HIV

Il lavoro di ricerca, pubblicato anche sulla rivista scientifica Nature Medicine, è stato impostato sulla concezione di un vaccino avente come bersaglio una proteina presente sulla superficie della particella dell’HIV - il peptide di fusione - ritenuta vulnerabile, oltre che essenziale nel processo che il virus impiega per infettare le cellule.

Il peptide di fusione può essere definito come l'arma che il virus usa per penetrare la membrana delle cellule ed attaccarle, si tratta di una struttura che il nostro sistema immunitario vede e riconosce bene; compito del vaccino, in pratica, è quello di stimolare la risposta del sistema immunitario contro questa proteina di fusione, comune alla maggior parte dei ceppi dell'HIV, e considerata il punto debole del virus.

Il peptide di fusione dell'HIV, come possibile bersaglio vaccinale, ha destato l'attenzione dei ricercatori per la prima volta nel 2016, a seguito degli studi su di un particolare paziente il cui sistema immunitario produceva in modo naturale anticorpi in grado di bloccare il virus. Lo studio sul paziente rivelò che il suo sistema immunitario era in grado di creare una linea di "anticorpi neutralizzanti" particolarmente efficaci, il cui epitopo – la parte dell’antigene a cui si lega l’anticorpo – era costituito dalla peptide di fusione dell’HIV-1; partendo da ciò i ricercatori stanno cercando di individuare potenti anticorpi e sollecitarli con un vaccino basato proprio sulla struttura di questa proteina di fusione.

Positivi i risultati sugli animali: la sperimentazione sull'uomo è prevista entro il 2019

Il gruppo di ricercatori del NIAID, coordinati dai professori John Mascola e Peter Kwong, sta attualmente lavorando al perfezionamento del vaccino, dopo aver già condotto con successo numerosi trials su animali nel corso dei quali sarebbero stati efficacemente neutralizzati una buona parte dei diversi ceppi dell'HIV.

Somministrando il vaccino ai topi, si è notato che il loro sistema immunitario produceva anticorpi che andavano ad attaccarsi alla proteina di fusione -peptide di fusione - neutralizzando così circa il 31% dei 208 ceppi del virus HIV.

Successive sperimentazioni sono state condotte su altre cavie (scimmie e porcellini d'India) ed hanno dimostrato che il vaccino risulta efficace su diverse specie animali, supportando così la speranza di un suo futuro impiego sull’essere umano. I ricercatori stanno attualmente utilizzando i dati della sperimentazione animale per creare una versione adatta del vaccino agli uomini la cui sperimentazione dovrebbe partire entro il 2019.