Un team di ricercatori dell'università californiana Stanford University, guidato dal professor Sam Gambhir, sta lavorando alla messa a punto di uno speciale filo magnetico in grado di attirare le cellule tumorali che galleggiano nel sangue.

Il filo, inserito in vena attraverso un catetere endovenoso standard, assieme a delle nanoparticelle magnetiche create ed iniettate per l'occasione, sarebbe in grado di attirare le cellule tumorali che fluttuano liberamente nel sangue e di diagnosticare precocemente determinati tipi di tumori.

Il filo lavora congiuntamente con apposite nanoparticelle magnetiche

A detta dei ricercatori americani esso, una volta infilato in una vena, in caso di tumore attrae speciali nanoparticelle magnetiche, preventivamente iniettate per entrare nelle cellule tumorali; alcune di queste cellule tumorali, infatti, dopo essersi staccate dalla massa tumorale circolano liberamente nel normale flusso sanguigno e sono intercettate ed attratte dal filo magnetico proprio perché magnetizzate dalle nanoparticelle.

Al lavoro dei ricercatori della Stanford University è stato dedicato un articolo, pubblicato lo scorso 16 luglio, su Nature Biomedical Engineering che descrive nei dettagli l'intero metodo diagnostico, basato, come detto, sull'impiego di speciali nanoparticelle magnetiche con le quali è possibile setacciare il sangue alla ricerca di eventuali cellule tumorali che si attaccano al filo proprio per la loro forza magnetica dovuta alle nanoparticelle.

Sinora questo metodo è stato testato su dei suini, poiché il loro sistema circolatorio è simile a quello umano, i risultati positivi lasciano comunque ben sperare circa un suo futuro impiego umano; il prossimo step del professor Gambhir sarà proprio quello di chiedere l’approvazione della Food and Drug Administration per poter avviare la sperimentazione sugli esseri umani.

Si punta alla diagnosi precoce nella lotta al cancro

La diagnosi precoce del cancro, come noto, è uno dei principali obiettivi della medicina odierna proprio perché prima si rileva la malattia, maggiori sono le possibilità di intervenire efficacemente con terapie adeguate. Gli attuali metodi di rilevamento dei tumori attraverso il sangue (come il semplice prelievo) sono ancora tutt’altro che perfetti, i metodi attuali per l'isolamento delle cellule tumorali circolanti (CTC) o degli acidi nucleici presenti in un campione clinico standard (5-10 ml di sangue) forniscono infatti rese inadeguate per una diagnosi precoce del cancro; a tal proposito il professor Gambhir ha osservato che il filo è in grado di campionare in soli 20 minuti ciò per cui sarebbero necessarie circa 80 provette di sangue.

Da tutto ciò si comprende facilmente l’utilità e l’importanza di questo nuovo metodo diagnostico che, se confermato nella sua efficacia, potrebbe arricchire la futura capacità di rilevamento dei tumori dando anche una migliore comprensione della natura delle cellule tumorali circolanti nel sangue, tra l'altro l’utilizzo di questo avveniristico metodo diagnostico potrebbe trovare ulteriori applicazioni come, ad esempio, nella diagnosi delle diverse patologie legate al flusso sanguigno.