La ricerca pubblicata sulla rivista Nature Neuroscience ha coinvolto un team di ricercatori di vari istituti universitari che hanno collaborato insieme con tecniche scientifiche diverse: il nuovo tipo di neurone scoperto è stato chiamato ''rosehip'', dai ricercatori dell'Università di Szeged in Ungheria, i primi ad accorgersi di una cellula particolare durante l'analisi degli impulsi nervosi elettrici da neuroni inibitori di due cervelli umani donati alla ricerca dopo la morte, un tipo di cellula mai osservata nelle cavie e nei topi di laboratorio e appunto con una forma simile ad una rosa dopo la caduta dei petali.
Analisi sull'attività del neurone 'rosehip'
L'equipe dell'Università Szeged in Ungheria, studiando gli impulsi elettrici dei neuroni inibitori nella sezione più esterna della corteccia cerebrale responsabile della coscienza e di altre funzioni, ha osservato che i neuroni ''rosehip'' bloccavano o rallentavano altri neuroni. I ricercatori della Allen Institutr for Brain Scienze di Seattle hanno invece analizzato i possibili geni attivati dalle cellule cerebrali, scoprendo questo nuovo tipo di neurone che presentava delle ramificazioni dedriche più compatte con un bulbo all'estremità dell'assone per il rilascio di segnali chimici verso altri neuroni, con la somiglianza di un fiore.
Entrambi gli istituti di ricerca hanno concluso che il ''neuron rosehip'' è un neurone inibitorio con una struttura unica che rende il cervello umano molto sofisticato e complesso con azione su altre cellule cerebrali nella parte esterna della corteccia del cervello, collegandosi solo in una precisa area cellulare con possibile controllo delle informazioni nervose in modo specifico.
Secondo gli esperti, questi neuroni inibitori sono come i freni di un'automobile che permettono al veicolo di fermarsi in un punto specifico, un tipo di "freni" altre auto non possono avere: il paragone è con le strutture del cervello dei roditori e di altre cavie di laboratorio per lo studio dei meccanismi cerebrali.
Le future ricerche della neuroscienza
Le funzioni del neurone rosehip non sono ben chiare e la sua specificità umana rende inutile le indagini sui topi, spiegando alcuni trattamenti neurologici sperimentali inefficaci sull'uomo durante le prove cliniche. In futuro la ricerca dell'alterata attività dei neuroni rosehip' nei tessuti cerebrali post mortem di persone con disturbi neuropsichiatrici come demenza, morbo di Alzheimer, autismo e schizofrenia, potrebbe fare chiarezza sui meccanismi alla base della patologie neurologiche.