Il colesterolo non è tutto uguale. Si distingue principalmente in due tipologie HDL (High Density Lipoproteins, lipoproteine ad alta densità) ed LDL (Low Density Lipoproteins, lipoproteine a bassa densità). Alla base di importanti malattie cardiovascolari vi è la deposizione e l'ossidazione, con conseguente infiammazione e formazione di "placche", a livello delle arterie, di colesterolo trasportato dalle LDL. Medici e nutrizionisti raccomandano di mantenere valori ematici elevati di HDL, il cosiddetto colesterolo "buono", che ha il compito di trasportare il colesterolo, contrariamente ad LDL (il colesterolo "cattivo"), dai tessuti periferici verso il fegato, permettendo così la sua eliminazione.
Tuttavia un nuovo studio della Emory University School of Medicine di Atlanta, Georgia, Usa, mette in discussione la "bontà" delle HDL che, a livelli elevati, sarebbero tutt'altro che benefiche per la salute del nostro cuore.
Il colesterolo 'buono' non sarebbe poi così 'buono'
Livelli elevati di HDL non sarebbero affatto in grado di fornirci una protezione dalle malattie cardiache ed ictus. Già da studi precedenti era stato dimostrato come alti livelli di colesterolo "buono" fossero correlati ad un maggior rischio di morte prematura. Il nuovo studio presentato dal suo autore principale, il Dott. Marc Allard-Ratick, in occasione del Congresso della Società Europea di Cardiologia, tenutosi recentemente a Monaco di Baviera, Germania, non fa che rafforzare queste evidenze scientifiche.
Il team di scienziati americani ha esaminato la correlazione tra i livelli di "colesterolo buono" ed il rischio di infarto e morte per malattie cardiovascolari di circa 6.000 persone, di un'età media di circa 63 anni, la maggior parte delle quali presentava una malattia cardiaca pregressa (già presente prima dello studio). I volontari sono stati seguiti per 4 anni, durante i quali sono stati misurati i valori di colesterolo HDL.
Nei 4 anni, il 13% dei volontari ha avuto un infarto o è deceduto in seguito ad una malattia cardiovascolare.
HDL: valori bassi, ma anche elevati, aumentano il rischio di infarti o ictus
I livelli di colesterolo HDL considerati normali dalle linee guida, sono compresi tra 40 e 60 mg/ dl o superiori (mai inferiori). I partecipanti allo studio i cui livelli ematici di colesterolo HDL registrati erano esattamente di 41-60 mg /dL sono quelli che hanno riportato minori probabilità di avere un infarto o di morire a causa di una malattia cardiovascolare.
Il dato sorprendente, emerso dallo studio, è stato che sia tra coloro che presentavano livelli molto bassi, inferiori a 41 mg / dL, che i volontari con livelli molto elevati, superiori a 60 mg / dL, è stato registrato un tasso di mortalità per infarto, ictus od altre patologie a carico del cuore più elevato, arrivando nel caso dei pazienti che presentavano un HDL alto, ad oltre il 50% di probabilità.
Da rivedere le linee guida sui valori di HDL raccomandabili
In sostanza questo studio smonta un mito: non è vero che livelli ematici elevati di HDL siano in grado di proteggerci dal rischio di malattie cardiovascolari. Questo è il primo studio, nel suo genere, che si concentra su persone con malattie cardiache pregresse.
A detta degli stessi autori è il momento di cambiare il modo in cui tradizionalmente il colesterolo HDL viene considerato "buono". Il lavoro dei ricercatori di Atlanta tuttavia non riesce a chiarire le ragioni dietro tali incredibili risultati. Il dottor Marc Allard-Ratick ipotizza che un HDL elevato possa rappresentare una sorta di "HDL disfunzionale" che, anziché proteggere il cuore, favorisce l'instaurarsi della malattia cardiaca.