Da alcuni anni si è cominciato a parlare sempre di più di argomenti relativi all’alimentazione e alle nuove risorse per la nutrizione. Dal 2015, in particolare, le normative europee sembrerebbero aver aperto il mercato ai cosiddetti “Novel food”, ovvero i nuovi alimenti del futuro, tra i quali, grazie alle loro caratteristiche nutritive, spiccano gli insetti (larve, grilli, locuste, blatte e molti altri). L’apertura alla sperimentazione sembrerebbe essere imminente e tutta in direzione dello sviluppo della comunicazione tra mercati internazionali, nonché dell’economia dei paesi interessati.

Nei prossimi mesi arriveranno i primi pareri dell'EFSA poi toccherà decidere agli Stati membri dell'Ue.

Quali potrebbero diventare i nuovi alimenti sul mercato europeo?

Nel 2015 un regolamento europeo dedicato all’alimentazione (il Novel Food, EU2283/2015) ha stabilito i parametri e le regole di immissione nei mercati europei di nuovi alimenti, già consumati in diverse parti del mondo e a noi ancora sconosciuti. Non solo grilli, locuste e insetti vari ma anche l’olio a base di trans-cannabidiolo derivato dalla cannabis sativa, potrebbero entrare a far parte delle diete dei cittadini europei. Non solo, anche il fonio, un cereale africano senza glutine e coltivato nei territori rurali del Senegal, potrebbe diventare un ingrediente indispensabile nell’elaborazione degli alimenti; soprattutto per celiaci.

Dall’Olanda, invece, arriva la richiesta di inserimento dell’estratto di foglie d’ulivo tra i componenti da vendere al fine di realizzare prodotti a base di cereali, latte, dolciumi o addirittura bevande analcoliche.

Il provvedimento europeo del 2015, che ha cercato di globalizzare e uniformare i mercati mondiali, ha dato avvio alle pratiche per la presentazione delle domande, già da Gennaio 2018.

L’EFSA (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) dovrà, nei prossimi nove mesi, dare avvio alla propria valutazione.

In arrivo i primi pareri dell’EFSA

L’Agenzia dell’unione europea, istituita nel 2012 e che contribuisce all’evidenziazione dei rischi e ai regolamenti in campo alimentare, ha già pubblicato alcune opinioni sui cibi che dovranno inserirsi tra i Novel Food.

Valeriu Curtui, capo unità nutrizione dell'Efsa, ha già chiarito che molte delle domande ricevute riguardano principalmente alcune componenti di piante o parti di erbe che entrerebbero a far parte dei prodotti finiti. Per il momento, quindi, si tratterebbe solo di sostanze o estratti che costituirebbero i nuovi ingredienti in campo alimentare. I grilli, le locuste o le blatte, dunque, potrebbero non trovarsi nei piatti dei ristoranti più in voga del momento, ma solo come costituenti di farine o mangime per animali.

La valutazione delle domande, per di più, non sarebbe tanto semplice ma oggetto di moltissime indagini da parte dei membri dell’agenzia europea. I cibi da far rientrare nei cosiddetti “Novel Food” dovranno essere in diffusione tra gli stati Europei da almeno 25 anni, con una propria storia alimentare e con propri consumatori.

La procedura, in effetti, dura all’incirca quattro mesi, durante i quali ogni membro dell’Efsa potrebbe sollevare dubbi, questioni o problematiche che dovranno essere attentamente esaminate: un processo lungo e complicato per garantire il benessere dei consumatori.