Il linalolo, sostanza chimica presente nella lavanda, ha il potere di rilassare come se fosse un ansiolitico, ma solo se inalato. Esso infatti ha un'azione mirata sui centri che controllano l'ansia ma deve essere mediato dai neuroni dell'olfatto. La sua azione ansiolitica è meno intensa delle benzodiazepine, ovvero gli ansiolitici più diffusi, ma non ha alcun effetto collaterale. Lo ha scoperto un team di ricercatori giapponesi dell'Università di Kagoshima che ha pubblicato i risultati sulla rivista “Frontiers in Behavioral Neuroscience”.

Lo studio

Sono stati effettuati numerosi esperimenti sui topi per mostrare gli effetti dell'inalazione della lavanda e per poterne studiare il meccanismo d'azione, di altissimo interesse medico scientifico. Uno degli autori della ricerca, il dottor Hideki Kashiwadani, ricorda che già la medicina popolare utilizza da millenni composti odorosi di provenienza vegetale per alleviare disturbi tra cui l'ansia, ma la moderna farmacopea spesso ignora la tradizione. Altri scienziati avevano individuato il potere rilassante dell'inalazione di lavanda senza però scoprire come potesse accadere.

Il meccanismo d'azione

Studi precedenti avevano ipotizzato meccanismi mai completamente chiariti. Si sapeva che il linalolo avesse come bersaglio alcuni recettori cerebrali, detti del GABA, gli stessi che reagiscono alle benzodiazepine e tra i più importanti neurorecettori umani: la somministrazione per assorbimento ematico però non aveva dato segni di rilassamento.

Anzi, si erano verificati disturbi motori simili a quelli della “sbornia” o dopo un'iniezione di benzodiazepine. I ricercatori giapponesi hanno provato a far inalare la sostanza, osservando un notevole rilassamento e nessun problema motorio. Se si bloccano i recettori del GABA, l'effetto svanisce. Ad ulteriore conferma i ricercatori hanno esposto a vapori di lavanda topi privi di neuroni olfattivi ed hanno osservato l'assenza di rilassamento.

Il ruolo dei neuroni olfattivi

La scoperta dunque riguarda il ruolo dei neuroni olfattivi della mucosa nasale, che permettono al linalolo di interagire con i GABA. Ora il linalolo sarà preso in considerazione in casi clinici in cui sono vietate le benzodiazepine, ad esempio nella preanestesia o in pazienti in cui somministrare farmaci per via orale non è possibile, cioè neonati, anziani o persone in stato confusionale.