Sono stati recentemente pubblicati i risultati di uno studio scientifico molto atteso. Lo studio è stato realizzato dal "National Toxicology Program", negli Stati Uniti, e avrebbe trovato delle possibili correlazioni tra il regolare utilizzo dei telefoni cellulari e l'insorgenza di alcune forme tumorali. Anche se non ci sarebbero ancora delle evidenze incontrovertibili. Infatti, lo studio si è sviluppato attraverso l'osservazione di alcune cavie da laboratorio, in pratica dei topi. I ricercatori avrebbero riscontrato una più alta percentuale di tumori al cuore, al cuore e alla ghiandola surrenale in quelle cavie che erano state esposte a radiazione elettromagnetiche simili a quelle prodotte da smartphone e Tablet.
Lo studio americano nel dettaglio
Lo studio americano e durato addirittura 10 anni e fu commissionato dalla Food and Drug Administration quando era Presidente degli Stati Uniti Bill Clinton. Nel corso della ricerca i ratti sono stati sottoposti a radiazioni elettromagnetiche con un frequenza di 900 megahertz, tipica di cellulari di vecchia generazione tipo 2G e 3G. Per inciso oggi siamo al 4G e stiamo per introdurre anche nel nostro Paese il 5G. Occorre, poi, aggiungere che le cavie da laboratorio sono state sottoposte alle radiazioni elettromagnetiche per 9 ore al giorno e in maniera continuata. E difficilmente un essere umano passerà mai tanto tempo e, soprattutto, in maniera continuata al telefono.
Inoltre anche il livello di radiazione a cui erano sottoposte le cavie arrivava fino a quattro volte il limite massimo consentito per legge. In pratica, la correlazione trovata dallo studio americano è stata rintracciata nei soli ratti maschi esposti ad un elevato livello di radiazioni e per un tempo molto lungo.
Gli studi precedenti
In effetti quello del National Toxicology Program non è il primo studio scientifico che cerca di stabilire una correlazione tra le onde elettromagnetiche prodotte dai telefoni cellulari e l'insorgenza di alcune neoplasie. E, a dire il vero, fino ad oggi tutti questi studi non erano riusciti a stabilire alcun tipo di legame o correlazione tra le due cose.
La stessa cosa non si potrebbe dire dello studio che stiamo prendendo in considerazione in questo momento. John Bucher, uno degli scienziati del National Toxicology Program, ha affermato che almeno nei ratti maschi la correlazione tra radiazioni e onde elettromagnetiche in radiofrequenza sia effettiva e reale. D'altra parte, un evidente limite del presente studio è dato dal fatto che è stato sviluppato su delle cavie da laboratorio.
E nonostante i progressi non si possono assolutamente applicare tout court i risultati avuti sui ratti direttamente agli esseri umani. Sarebbero senza dubbio necessarie ulteriori verifiche scientifiche. Basti pensare che il livelli di radiazione a cui sono state esposte le cavie da laboratorio è sicuramente maggiore rispetto a quelle a cui si sottopongono normalmente le persone quando utilizzano i propri telefonini.
Inoltre viene chiarito che i topi hanno ricevuto le radiazioni su tutto il corpo e non solo in una specifica regione dello stesso. Cosa ben diversa da un essere umano che, usualmente, porta il cellulare all'orecchio. Di conseguenza il livello in quella regione del corpo è più concentrato. Ecco spiegato il motivo della necessità di ulteriori approfondimenti.