Dal 29 novembre al 1 dicembre a Firenze, presso il Convitto della Calza, 500 clinici provenienti da tutta Italia si sono riuniti in occasione del IX Congresso Nazionale di IG-IBD (Italian Group for the study of Inflammatory Bowel Disease) per confrontarsi sulle malattie infiammatorie intestinali, patologie in forte aumento negli ultimi anni. Solo in Europa le stime dicono che oltre 3 milioni di persone soffrono di questi disturbi, rappresentati principalmente da due patologie: Malattia di Crohn e Colite Ulcerosa.
Quando il mal di pancia è un grosso problema
Sono oltre 5 milioni le persone che in tutto il mondo soffrono di Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali (MICI) meglio note con l’acronimo inglese IBD (Inflammatory Bowel Diseases). In particolare sono circa 1.6 milioni nel Nord America e 3 milioni in Europa, mentre in Italia, pur in assenza di dati epidemiologici specifici, si stima siano oltre 200mila le persone affette da MICI, il 40% con Malattia o Morbo di Crohn e circa un 60% con Colite Ulcerosa.
Se consideriamo la “prevalenza” come numero di persone che, complessivamente in un dato momento, sono interessate ad una determinata patologia, mentre per “incidenza” il numero di nuovi casi segnalati in un determinato lasso di tempo, applicate alle MICI i dati dicono che in Europa la “prevalenza” è intorno a 250 casi ogni 100 mila abitanti mentre l’“incidenza” è di 20 nuovi casi ogni 100 mila abitanti.
Al Convegno di Firenze si è discusso dell’incidenza crescente delle MICI nel mondo. A partire dai Paesi Occidentali ma anche Paesi come Cina e India, il cui sviluppo è relativamente più recente, ora stanno registrando picchi di diagnosi nelle zone metropolitane, in particolare su persone che fino a poco tempo fa vivevano nelle campagne.
Le MICI sono quindi malattie infiammatorie croniche dell’intestino caratterizzate, nel loro decorso, da un andamento ciclico con fasi di riacutizzazione seguite da fasi di remissione mentre il danno intestinale è di tipo progressivo per arrivare, dopo alcuni anni, all’intervento del chirurgo. Le cause restano ancora oggi sconosciute ma sembrano essere associate ad una condizione di “benessere”.
Nei pazienti, i ricercatori hanno individuato 150 geni con piccole mutazioni che comunque, valutati da soli, non spiegherebbero la malattia. Evidentemente serve anche una predisposizione genetica e fattori ambientali, che indurrebbero una trasformazione della flora intestinale (microbiota), come si sta osservando in Cina e in India.
Normalmente non è facile fare una diagnosi di MICI. Quando finalmente si arriva alla diagnosi, si osserva che il morbo o malattia di Crohn interessa quasi tutto il tratto digerente mentre la colite ulcerosa interessa quasi sempre solo il colon.
IBS versus IBD
A volte queste due definizioni vengono confuse. Abbiamo visto cosa sono le IBD (o MICI) adesso vediamo le IBS (Irritable bowel syndrome).
Si tratta della sindrome dell’intestino irritabile, un disturbo funzionale dell’apparato gastrointestinale che interessa il 10-15% della popolazione, in prevalenza donne tra i 20 e i 50 anni. In questo caso il dolore addominale è costante con pancia gonfia e meteorismo associato a periodi di stipsi e diarrea.
A differenza dell’IBD, i pazienti che soffrono di IBS hanno un apparato digerente normale. I disturbi sono di tipo funzionale. Questi vengono normalmente trattati con antidiarroici e antispastici. Trattandosi anche di una malattia psicosomatica, un aiuto può arrivare dallo svolgere un’attività fisica, seguire una dieta adeguata e, in alcuni casi, anche dagli antidepressivi e dalla psicoterapia.
Ma torniamo all’IBD o MICI. La malattia si manifesta inizialmente soprattutto nei giovani adulti, tra i venti e i trent'anni, per poi accompagnare i pazienti per il resto della loro vita. Essendo una malattia evolutiva, nel senso che peggiora nel tempo, chi soffre di MICI dovrebbe rivolgersi immediatamente nei centri di riferimento per affrontare al meglio un percorso terapeutico e scongiurare complicanze, come fibrosi intestinale, stenosi, fistole che, alla fine - per il 50% dei pazienti con malattia di Crohn e fino al 20% dei pazienti con colite ulcerosa - entro 10 anni necessitano dell’intervento del chirurgo.
A Firenze, i clinici gastroenterologi italiani hanno anche parlato di farmaci. Vecchi e nuovi presidi farmacologici per far fronte a questi disturbi piuttosto comuni e con una "incidenza" crescente.