Le IBD, le malattie infiammatorie croniche dell'intestino, sono patologie in costante aumento e nonostante ne siano colpite sempre più persone al mondo, non si conoscono le cause precise della loro origine. Per cui la scienza mondiale in continuazione cerca di capire gli agenti che le originano ed ogni novità costituisce un importante passo in avanti. Una scoperta in tal senso è stata fatta grazie allo studio italiano condotto dai dottori Loris Lopetuso e Antonio Gasbarrini, già noto per le sue conoscenze in ambito di patologie intestinali e microbiota.

I due medici, ricercatori della Cattolica presso la Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS, in collaborazione con la dottoressa Theresa Pizarro dell'Università di Cleveland Case Western Reserve, hanno condotto dei test per dimostrare che esiste una proteina in grado di attivare altre molecole che aumenterebbero la probabilità di guarire un intestino infiammato.

Le malattie infiammatorie intestinali

Tra le più note ed invalidanti patologie intestinali ci sono la Malattia di Crohn, o morbo, e la rettocolite ulcerosa : i loro sintomi sono più o meno gravi e di solito alternanti. Solo nel nostro Paese sarebbero 200mila le persone con le suddette patologie ed il mloro numero è aumentato di 20 volte solo negli ultimi dieci anni.

Tra i sintomi si annoverano episodi diarroici e diarrea cronica, dolori e crampi all'addome, ed i pazienti che ne sono affetti vengono trattati con agenti immunomodulanti che hanno lo scopo di rafforzare e regolarizzare il sistema immunitario. Lo studio dei medici italiano, appena pubblicato sulla rivista scientifica PNAS, fornirebbe una nuova terapia, basta sulla presenza della proteina IL33, peptide capace di stiimolare l’attivazione dei micro RNA, molecole riparatrici delle pareti intestinali lese.

L'azione della IL33

La ricerca si è basata su esperimenti di somministrazione della IL33 in topi affetti da colite: la presenza di IL33 durante il periodo di guarigione favoriva una riparazione tissutale veloce, riducendo di molto l'infiammazione nel topo. La proteina agisce in simbiosi con il suo recettore ST2/ILRL1, con un meccanismo chiave-serratura, lo stesso di molti enzimi con il proprio substrato.

Il "gioco" fra i due peptidi rende più evidente la funzione di protezione delle pareti intestinali grazie alla stimolazione di una rete di micro RNA riparatori, tra cui in particolar modo quella del miR-320. E' forse questo micro RNA la vera chiave della riparazione perchè in sua assenza il meccanismo si blocca anche dopo la somministrazione della proteina IL33.