Diagnosticare l'Alzheimer con anni di anticipo, prima che se ne manifestino i sintomi, è un obiettivo che diventa sempre più vicino. A metterlo in evidenza uno studio condotto da un gruppo di ricerca internazionale guidato dall'Università di Washington in collaborazione con il Centro tedesco per le malattie neurodegenerative (Dzne). Il test messo a punto dai ricercatori consente di diagnosticare questa patologia neurodegenerativa in una fase pre-clinica, ovvero prima che si manifestino dei danni cerebrali, che in caso di Alzheimer consistono in un progressivo quanto ineludible decadimento delle facoltà cognitive.

Alzheimer, diagnosticarlo con anticipo: i risultati della ricerca

I ricercatori hanno basato la ricerca sui campioni di 405 volontari, di cui 247 portatori dei geni della malatta e 162 familiari sani. La novità nell'approccio degli autori dello studio va ricercata nell'aver realizzato un esame che può definirsi universale: i ricercatori non hanno preso in esame le proteine beta-amiloidi, un marcatore specifico dell'Alzheimer. Si sono concentrati invece sulla Nfl, una proteina di natura filamentosa costitutiva dei neuroni. Se le cellule cerebrali vengono danneggiate o muoiono, questa proteina esce fuori dal liquido cerebrospinale e si immette nel flusso sanguigno.

La sua presenza nel sangue evidenzia un danno cerebrale in atto, pertanto può consentire di prevederne l'evoluzione nel tempo. In particolare Mathias Jucker del Dzne, ha spiegato che con questo esame è stato possibile sia diagnosticare la perdita di massa del cervello e i deficit cognitivi che ne sono conseguiti, con due anni di anticipo.

Il vantaggio derivante dall'utilizzo di questo marcatore in grado di rilevare un danno cerebrale nelle sue fasi iniziali deriva proprio dalla sua non specificità. In questo senso, secondo gli esperti, potrebbe rivelarsi utile nei test di screening che vengono utilizzati in neurologia. Trattandosi come detto, di un marcatore non specifico, nel caso in cui venga rilevato nel sangue potrebbe infatti consentire l'individuazione di patologie neurologiche e traumi.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature.

Alzheimer

L'Alzheimer è un patologia neurodegenerativa che si caratterizza per il declino delle facoltà mentali, in particolare per la perdita progressiva della memoria. Si tratta della forma più comune di demenza. Attualmente sono disponibili solo dei trattamenti per i sintomi, che risultano in grado di rallentarli e quindi di migliorare la qualità di vita dei pazienti. Il sintomo maggiormente ricorrente in chi soffre di questa patologia consiste nella difficoltà di tenere a mente delle informazioni acquisite di recente. Si tratta quindi di un segnale importante da prendere in debita considerazione. I sintomi nel corso del tempo si aggravano: in particolare può verificarsi disiorientamento e cambiamenti sia dell'umore che del comportamento.

A ciò si aggiunge una sempre maggiore confusione nel ricordare eventi, tempi e luoghi e si manifestano anche difficoltà nel parlare, nel camminare e nel deglutire. Pertanto nel caso di riscontro di questi sintomi è bene rivolgersi quanto prima a un medico.