L'erbicida più usato al mondo è il Roundup. Ed è a base di Glifosato. Ora un nuovo studio dell'Istituto Ramazzini di Bologna, i cui risultati sono stati appena pubblicati sulla rivista scientifica Environmental Health, evidenzia come ci siano dei seri rischi per lo sviluppo anche ad un esposizione a dosi molto più basse di quelle considerate sicure dall'Epa, l'Agenzia per la protezione ambientale degli Stati Uniti. Per questo ente la dose considerata sicura e di circa 1,75 milligrammi per chilogrammo di peso corporeo al giorno.

I parametri dello studio effettuato sui ratti

Lo studio dell'Istituto Ramazzini di Bologna, costato circa 300.000 euro e totalmente finanziato da sottoscrizioni dei soci dell'istituto, era volto a determinare il grado di tossicità degli erbicidi a base di glifosato durante diversi periodi di sviluppo dei ratti: neonatale, infanzia e adolescenza. I ratti utilizzati nello studio sono della specie Sprague Dawley dallo stato embrionale fino a 13 settimane dopo lo svezzamento. Il glifosato veniva somministrato loro nell'acqua da bere in base alla dose giornaliera considerata accettabile dall'Epa. Allo studio dell'Istituto Ramazzini di Bologna ha contribuito anche l'Istituto Superiore di Sanità.

Gli effetti del glifosato rilevati dallo studio

Lo studio appena pubblicato ha evidenziato degli effetti avversi sullo sviluppo e sul sistema riproduttivo dei ratti anche a dosi considerate sicure dall'Epa, l'ente di protezione ambientale degli Stati Uniti. Come accennato, la dose giornaliera indicata come sicura negli Usa è di circa 1,75 milligrammi per chilogrammo di peso corporeo.

Ma, come evidenzia il ricercatore dell'Istituto Ramazzini Daniele Mandrioli, in Europa la dose giornaliera considerata sicura è decisamente inferiore. Infatti, è pari a circa 0,5 milligrammi per chilogrammo di peso corporeo. Di conseguenza, fa notare Mandrioli, sarà necessario proseguire negli studi per poter verificare senza ombra di dubbio se ci siano degli effetti collaterali avversi anche a dosi ancora minori, come quella considerata sicura in Europa.

Lo studio ha evidenziato un aumento della distanza ano-genitali. Tale distanza nei ratti maschi viene considerata un parametro significativo che indica un interferenza a livello endocrino prodotta da una determinata sostanza esaminata. Un'altro parametro molto significativo è il livello di testosterone nelle femmine di ratto. Un suo aumento indica che l'equilibrio ormonale è stato alterato. Come mette in evidenza Fiorella Belpoggi dell'Istituto Ramazzini, saranno necessari ulteriori approfondimenti e studi per confermare ed esplorare le prime evidenze sulle alterazioni endocrine. Anche perché intorno al glifosato e alla sua pericolosità a livello cancerogeno vi sono ancora molte incertezze, soprattutto a livello politico.