Gelesis, una biotech americana, ha sviluppato Gelesis100, una terapia innovativa a base di idrogel. Il nuovo “dispositivo” - quindi non è un farmaco - è stato appena approvato dalla FDA per il trattamento dell’obesità negli adulti con un Indice Massa Corporea (IMC) tra 25-40 kg/m2. Ovviamente associato ad una dieta controllata e ad una regolare attività fisica. Particolarmente indicato in presenza di co-morbilità come ipertensione, dislipidemia e diabete tipo 2. Non ci sono particolari controindicazioni. Tra i cofondatori di Gelesis c’è anche l’italiano Alessandro Sannino.

Una spugna che riempie

Il razionale su cui si basa Gelesis100, commercializzato con il nome Plenity, è assolutamente inedito. In una capsula, assunta per bocca prima dei pasti (pranzo e cena), ci sono dei composti di origine naturale modificati (cellulosa e acido citrico) che formano una matrice tridimensionale: il classico idrogel. Questo è avido di acqua: appena viene liberato dalle capsule si disperde nello stomaco e nell'intestino, assorbendo rapidamente acqua, gonfiandosi. Questo conferisce un senso di sazietà paragonabile a quello che si ottiene dopo aver mangiato una porzione abbondante di verdura. Ma è privo di calorie.

Negli sperimentazione clinica, questo nuovo trattamento è risultato ben tollerato, sicuro e abbastanza efficace.

Assicurando una significativa riduzione del peso.

Si tratta di un dispositivo e non di un farmaco. Questo “dispositivo” è stato appena approvato dalla FDA per il trattamento di soggetti adulti con obesità il cui Indice Massa Corporea (IMC) è nel range tra 25-40 kg/m2. Da precisare che con un IMC 25-30 siamo in una condizione di sovrappeso mentre oltre i 30 si parla senz'altro di obesità.

Negli Stati Uniti si stima siano obesi oltre 150 milioni di americani. Ovviamente Gelesis100 deve essere associato ad una dieta controllata e ad una regolare attività fisica.

Particolarmente indicato in presenza di comorbilità come ipertensione, dislipidemia e diabete tipo 2. Sul mercato USA Plenity sarà lanciato nel secondo semestre di quest’anno ma sarà di prescrizione a partire dal 2020.

Un’ampia verifica clinica

Prima dell’approvazione, Plenity è stato valutato in ben 5 studi clinici condotti negli Stati Uniti, Canada e in Europa. In questi studi - dove il “dispositivo” è sempre stato associato ad una dieta controllata e ad un’attività fisica - ha portato ad una riduzione del peso. In sicurezza e senza effetti secondari.

Dopo sei mesi di trattamento, su 436 adulti in sovrappeso (IMC: 27-40 kg/m2), il 59% ha visto ridurre il suo peso iniziale di almeno il 5%. Inoltre, c’è stato un 26% di adulti “super-responders” che alla fine dei programma ha visto una riduzione del peso maggiore del 10% (mediamente del 14%). Per tutti, gli effetti collaterali erano paragonabili a quelli segnalati dal gruppo placebo.

Una volta arrivato nell'intestino crasso, l'idrogel viene parzialmente decomposto dagli enzimi presenti in questo distretto, perdendo la sua struttura tridimensionale insieme alla maggior parte della sua capacità di assorbimento. L'acqua rilasciata viene riassorbita nell'intestino crasso e il restante materiale cellulosico viene espulso con le feci.

La sua azione, quindi, è solo di tipo meccanica: nulla viene assorbito e non c'è un’azione farmacologica. Ovviamente ci sono delle limitazioni: non può essere preso dalle donne in gravidanza, da chi è allergico alla cellulosa e all'acido citrico (i due composti costituenti Plenity), da chi soffre di diverticoli e deve essere preso con molta precauzione da chi soffre di disturbi da riflusso gastro-esofageo.

Il tutto sotto rigoroso controllo medico.

Anche grazie al contributo di un italiano

Si chiama Alessandro Sannino, classe 1972, è uno dei cofondatori di Gelesis. Parliamo del classico esempio di una risorsa del nostro mezzogiorno d’Italia che si è saputo mettere in evidenza anche negli Stati Uniti. Nato a Portici e laureatosi all'Università Federico II di Napoli, in Ingegneria Chimica, con un dottorato in ingegneria dei materiali, nel 2010 propose ai finanziatori (Venture Capital) di Puretech di mettere i laboratori di Ricerca e Sviluppo nel Sud Italia anziché in Israele. Riuscì a convincerli e adesso a Calimera (LE), 7mila abitanti, c’è un piccolo ma efficiente team di ricercatori impegnati a portare avanti i programmi di ricerca della Gelesis.