Durante la World Health Assembly tenuta a Ginevra è stata ufficialmente inserito, dai 194 membri dell'Oms, il Gaming Disorder tra le nuove malattie del mondo moderno. Questa verrà inserita definitivamente nel ICD-11 (International Statistical Classification of Diseases and Related Health Problems) a partire dal 1 gennaio 2022.

Cos'è il Gaming Disorder o Dipendenza dai Videogiochi?

Sempre esistito già dall'avvento delle prime piattaforme di Videogiochi, ma ufficializzato solo in questa occasione, il Gaming Disorder consiste in un insieme di segni e sintomi persistenti correlati all'intrattenimento digitale, che sempre più problemi sta portando alla salute mentale delle nuove generazioni che vivono già in un mondo virtuale su Facebook, Instagram ed altre piattaforme social.

Le caratteristiche fondamentali di questo disturbo sono:

  • Un aumento spropositato del tempo passato davanti allo schermo;
  • Un sempre maggiore disinteresse verso altri tipi di attività sociali e familiari a favore dei videogame;
  • Irascibilità e sempre minor controllo sulle reazioni emotive durante e fuori dal gioco;
  • Riduzione importante delle relazioni tra coetanei nel mondo reale;
  • Riduzione dell'attività motoria con conseguente rischio di insorgenza nel futuro di patologie legate alla sedentarietà;
  • Riduzione della performance scolastica od occupazionale.

Questi atteggiamenti devono avere una durata di almeno 12 mesi per essere considerati una patologia. L'inclusione tra le patologie riconosciute permetterà agli operatori sanitari di poter circoscrivere la dipendenza dai Videogames in un quadro clinico ben delineato ed offrire un piano di cura e trattamento più idoneo nelle persone suscettibili di questo disturbo.

Chi è a rischio di dipendenza dai videogiochi

Fortunatamente soltanto una piccolissima parte della popolazione dedita ai videogiochi è a rischio di sviluppare questo disturbo. La maggior parte delle vittime sono gli adolescenti, come nella dipendenza dai cellulari. Di norma sono persone che presentano già altri disturbi comportamentali.

Nonostante ciò l'Oms suggerisce sempre di monitorare o farsi monitorare il tempo effettivo passato a giocare. Bisognerebbe anche tener conto delle volte che si è deciso di rinunciare ad altri tipi di attività, anche importanti come quelle lavorative o legate allo studio. Inoltre è suggeribile monitorare i cambiamenti comportamentali e di umore che possono svilupparsi nel tempo tra attacchi di rabbia, depressione e deficit dell'attenzione. Questo monitoraggio permetterà ai familiari, prima ancora che al personale sanitario, di riconoscere il disturbo prima che diventi grave.