Secondo le teorie già note agli scienziati il coronavirus si sarebbe sviluppato in un primo momento nei pipistrelli e poi sarebbe stato trasmesso agli umani. Secondo molti esperti però vi sarebbe un ospite intermedio che ha mediato il passaggio del virus dai pipistrelli all'uomo. In principio si pensava che l'animale che avesse fatto da tramite fosse una specie di serpente, ma un recente studio della South China Agricultural University ha puntato il dito verso il pangolino.

L'analisi del coronavirus da parte della South China Agricultural University

Il pangolino è un mammifero in via d'estinzione che dall'aspetto sembra un incrocio tra un formichiere e un armadillo. Secondo quanto ha dichiarato Liu Yahong, presidente dell'ateneo che ha condotto la ricerca, gli scienziati sono partiti da un'analisi del materiale genetico di 1.000 animali diversi. Dopo aver riscontrato che il pangolino potesse essere l'ospite intermedio più realistico hanno effettuato ulteriori analisi. Attraverso queste ultime si è scoperto che il mammifero è positivo al 70% al betacoronavirus (una sotto-categoria di coronavirus alla quale appartiene anche il coronavirus che ha infettato gli umani).

Partendo da questo dato incoraggiante i ricercatori sono passati ad un esame più specifico della struttura del virus presente nel pangolino, riscontrando che la sequenza genetica del coronavirus nel mammifero è identica al 99% a quella presente nell'uomo.

Le misure cinesi per contrastare il coronavirus

A seguito delle misure di quarantena Wuhan (la città in cui ha avuto inizio il contagio) risulta completamente deserta.

Le fotografie della città effettuate dai satelliti dell'Agenzia spaziale europea rivelano strade vuote, aeroporti fermi e più in generale la cessazione di ogni tipo di attività svolta dall'uomo. L'unico lavoro portato avanti in questa megalopoli fantasma, che conta oltre undici milioni di abitanti in quarantena, è stata la costruzione di due ospedali per far fronte all'emergenza.

Queste strutture sanitarie, costruite in tempi record, fanno parte della rete di assistenza messa a disposizione per occuparsi degli oltre 28 mila casi di coronavirus segnalati nella città di Wuhan.

L'opinione dell'Organizzazione mondiale della sanità sull'approccio della Cina al coronavirus

L'analisi del genoma nel pangolino rappresenta un ulteriore passo in avanti nella battaglia che la comunità scientifica mondiale sta portando avanti per debellare l'epidemia. In questo frangente un ruolo chiave è stato svolto dalla Cina, più volte lodata per il suo intervento tempestivo nella lotta al virus. Il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus ha sottolineato quanto sia stato impressionante il modo in cui la Cina ha rilevato l'epidemia, limitato i danni che il contagio avrebbe potuto fare ed effettuato i primi test per isolare il genoma, condividendo in maniera trasparente i risultati con la comunità internazionale.