Un annuncio importante viene dalla Cina: i suoi ricercatori hanno realizzato una combinazione di due farmaci per fermare l'epidemia di coronavirus che sta paralizzando il paese, determinando il decesso di oltre 500 persone nella provincia di Wuhan. Una affermazione che però è stata prontamente smentita dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Attraverso le parole del portavoce Tarik Jasarevic, l'OMS ha affermato la non fondatezza delle affermazioni dei medici cinesi, in quanto non esistono al momento delle cure efficaci per debellare completamente questo virus influenzale, un bacillo che ha determinato una sorta di psicosi collettiva in tutto il mondo, paralizzando i traffiici commerciali e bloccando le persone se hanno sintomi simili a quelli che stanno colpendo il popolo asiatico.

I medicinali trovati sono l'Abidol e il Darunavir

Anche il docente dell'università di Milano, il virologo Massimo Galli, si è dimostrato scettico su queste affermazioni provenienti dalla Repubblica Popolare Cinese. Eppure sembra che i ricercatori cinesi abbiano realmente scoperto in laboratorio una combinazione medicale tra due farmaci che avrebbe l'effetto di inibire il virus nelle prove in vitro. I due farmaci in questione sono esattamente l'Abidol e il Darunavir, che possiedono a loro volta due principi attivi molto importanti, come hanno spiegato i virologi del Wuhan Institute of Virology, una branca dell'Accademia delle Scienze. L'Abidol contiene clorochina, che è alla base del trattamento contro la malaria, mentre il Darunavir contiene una sostanza chiamata Remdesivir GS-5734, che è il principio attivo che è stato utilizzato per sconfiggere l'Ebola in Congo.

Questo ultimo composto viene prodotto dall'azienda farmaceutica Usa Gilead e per questo motivo è già stato firmato un accordo tra la stessa casa statunitense e il China-Japan Friendship Hospital di Pechino per provare il farmaco tra gli ammalati affetti dal terribile virus.

La comunità scientifica è scettica sull'uso della clorochina

La comunità medico-scientifica mondiale si dimostra alquanto scettica sull'uso di questi farmaci per combattere la malattia che sta seminando la morte nella provincia cinese del Wuhan, epicentro del focolaio di infezione. Infatti, un altro illustre studioso, Silvio Garattini, presidente dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri IRCCS, si è dichiarato incuriosito sullo studio dell'anti-malarico come trattamento da utilizzare per gli ammalati di coronavirus, ma ha anche detto che occorrono diverse sperimentazioni sugli animali prima di passare ad utilizzarli per l'uso umano.

Una sperimentazione non proprio semplice, a meno di applicarla su larga scala, come si sta verificando in questo frangente molto delicato.

Anche perché c'è stata una nuova scoperta scientifica su come il virus si trasmette tra esseri umani: attraverso un super diffusore, ossia una persona infetta che è in grado di poter infettare, grazie all'azione combinata dei batteri, più persone per volta. Quindi, in definitiva, il ritrovato farmacologico dovrà essere approvato dall'OMS in tempi brevi prima di poter essere definito la cura al coronavirus.