In questa fase di impegno mondiale verso lo sviluppo di un vaccino contro il Sars-CoV-2 e che metta fine alla Covid-19, per cui sono attualmente impegnati 110 gruppi di lavoro, non mancano accese polemiche a livello internazionale. È di due giorni fa, 13 maggio, la dichiarazione del colosso farmaceutico francese Sanofi, per mezzo del suo direttore generale Paul Hudson, che ha affermato che gli Usa avranno diritto prioritario sulla distribuzione di un eventuale vaccino "dal momento che hanno investito di più". In sostanza, in caso la casa farmaceutica francese riuscisse quindi a trovare e mettere in produzione un vaccino efficacie contro il nuovo coronvairus, i primi lotti sarebbero inviati agli Stati Uniti.

La reazione della Francia

Le dichiarazioni del Ceo della Sanofi, hanno innescato l'immediata replica da parte del presidente francese Macron che definisce il vaccino come "un bene comune che non può essere soggetto alle leggi di mercato”. Sulla stessa lunghezza d'onda anche il Primo ministro francese Edouard Philippe il quale sottolinea che "la parità di accesso di tutti al vaccino non è negoziabile". Tuttavia, la Sanofi ha poi precisato che non ci saranno favoritismi nei confronti degli USA, a patto però che anche l'Europa si dimostri "altrettanto efficace" dal punto di vista degli investimenti per la ricerca del vaccino. A termine del suo intervento, il presidente di Sanofi France, Olivier Bogillot, ha tagliato corto rassicurando: "Ma alla fine ci saranno dosi sufficienti per tutti".

I tempi potrebbero però essere molto lunghi: ai 12-18 mesi necessari per lo sviluppo del vaccino,si sommano anche i tempi per sua produzione e distribuzione. Finora gli Usa hanno hanno investito diverse decine di miliardi di dollari in ricerca, mentre l'Europa è arrivata a 7,5 miliardi di euro, di cui 4 verranno destinati allo sviluppo del vaccino e il rimanente ai farmaci.

In particolare, come affermato da il portavoce per la Salute della Commissione Europea Stefan De Keersmaecker: "Abbiamo dato 80 mln di finanziamenti alla tedesca Curevac, che ha una tecnologia promettente per il vaccino. Una volta sviluppato, il vaccino deve passare attraverso un processo di approvazione e l’Ema assicurerà un processo il più veloce possibile. Per noi è molto importante che, visto che il virus è globale, ci lavoriamo a livello globale”.