I leader europei hanno dato mandato alla Commissione dell'Ue di presentare entro il 6 maggio una proposta dettagliata sul Recovery Fund, il fondo di risposta alla crisi economica legata all'emergenza da Covid-19. "Uno strumento impensabile fino ad oggi - ha dichiarato il premier Conte al termine del vertice di ieri - l'Europa ha riconosciuto lo strumento urgente e necessario". Restano però ancora diverse incertezze sulle modalità di trasferimento dei fondi ai paesi più colpiti dalla crisi. "Non servono prestiti" ha dichiarato il presidente francese Macron, esponendo la linea dell'Europa meridionale che vede d'accordo Francia, Italia e Spagna.

Il nuovo strumento, ha aggiunto il premier Conte, dovrebbe trasferire finanziamenti a fondo perduto ai paesi più colpiti, con una dotazione intorno ai 1.500 miliardi. Contrario invece il fronte del Nord, con Olanda, Germania, Austria e Svizzera che concordano su un sistema di prestiti agli stati membri.

Recovery Fund, Conte riceve il sì dall'Europa

Giuseppe Conte, collegandosi da Palazzo Chigi dopo il vertice europeo di ieri, ha fatto sapere che è arrivato l'ok del Consiglio sul Recovery Fund. "Tutti e 27 i paesi hanno accettato di introdurre lo strumento per reagire a questa crisi sanitaria, economica e sociale" ha annunciato il Premier, spiegando che si tratta di uno strumento innovativo, un fondo per la ripresa con titoli comuni europei che andrà a finanziare tutti i paesi più colpiti, tra cui l'Italia.

"Uno strumento che fino ad oggi era impensabile e che si aggiungerà agli altri già esistenti, rendendo la risposta europea molto più solida e coordinata" ha dichiarato il Conte parlando di grandi progressi e di un lungo percorso avviato con l'iniziativa dell'Italia. "L'Europa ha riconosciuto il principio di uno strumento urgente e assolutamente necessario" ha spiegato il Presidente del Consiglio, rimarcando l'importanza di tutelare le economie dei paesi più colpiti e garantire una ripresa che non lasci indietro nessuno.

Leader europei divisi tra finanziamenti a fondo perduto e prestiti

Nei prossimi giorni la Commissione europea sarà a lavoro per presentare una proposta entro il 6 maggio. Uno dei nodi ancora da sciogliere riguarda la modalità di trasferimento delle risorse del Recovery Fund. Italia, Francia, Spagna e gli altri Paesi dell'Europa meridionale concordano sulla necessità di trasferimenti a fondo perduto.

"Non servono prestiti - ha dichiarato il presidente francese Emmanuel Macron - ma trasferimenti di risorse verso i paesi più colpiti dalla crisi". Dello stesso avviso il premier Conte, secondo cui il Recovery Fund dovrebbe trasferire risorse a fondo perduto per preservare i mercati nazionali, con una dotazione che dovrebbe aggirarsi sui 1.500 miliardi. In disaccordo invece il fronte del nord, composto da Olanda, Germania, Austria e Svizzera. "Guardo al Recovery Fund come a uno strumento basato sui prestiti, mentre per i finanziamenti a fondo perduto il sistema giusto è il bilancio pluriennale dell'Unione Europea" ha dichiarato il Premier olandese Mark Rutte. La presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen assicura che si tenterà di raggiungere un equilibrio sul punto.

Fiducioso il presidente del consiglio europeo Charles Michel, che ha rassicurato: "Dimostreremo ai cittadini italiani che l'Europa c'è".

Angela Merkel: 'Recovery Fund anche nell'interesse della Germania'

Tra i leader europei non c'è accordo su come debba essere finanziato il Recovery Fund e non è chiaro se il trasferimento debba avvenire "con sussidi o prestiti". Un dato però è certo: il fondo dovrà essere legato al prossimo bilancio europeo. A riferirlo è la cancelliera tedesca Angela Merkel attraverso una conferenza stampa al termine del vertice Ue tenutosi in videoconferenza. La Merkel ha annunciato che i leader europei non concordano ancora sulle modalità del Recovery Fund ma che c'è la voglia di lavorare insieme per raggiungere un accordo.

"Siamo consapevoli - ha dichiarato la cancelleria tedesca - che la Germania andrà incontro a contributi di bilancio più alti rispetto a quanto emerso nell'ultima trattativa, ma è giusto procedere con il nuovo strumento. Una risposta del genere è anche nell'interesse tedesco: la Germania sta bene solo se sta bene anche l'Europa".