Allo "scopo di prevenire e proteggere la Salute di chi frequenta i luoghi di cura", evitando o quantomeno riducendo e controllando la trasmissione del coronavirus a tali soggetti, è stato stabilito nella tarda serata di ieri, martedì 23 febbraio, l'obbligo di vaccinazione per tutti gli operatori sanitari da parte del Consiglio regionale della Regione Puglia con 28 voti a favore della proposta di legge presentata dal presidente della I Commissione, Fabiano Amati. Tutto ciò dopo un dibattito durato quasi otto ore, con sospensioni richieste per approfondimenti dalla maggioranza e dall'opposizione e per mancanza del numero legale.
Si tratta di una legge riguardante gli operatori sanitari operanti nelle strutture del servizio sanitario nazionale finalizzata a proteggere la salute, evitando il rischio di contagio, di coloro che frequentano, da pazienti, i luoghi di cura. In concreto, è inibito l'accesso ai reparti delle strutture sanitarie da parte degli operatori sanitari non vaccinati. La proposta di legge è in coerenza con la legge regionale già vigente n.19 del 2018, in materia di prevenzione e controllo della trasmissione di malattie infettive quali il morbillo, l'epatite B, rosolia, parotite, difterite, varicella, influenza, tetano, pertosse e tubercolosi.
Le parole del presidente Fabiano Amati
Il presidente della Commissione bilancio e programmazione, il democratico brindisino Fabiano Amati, ha specificato che gli operatori sanitari non vaccinati sono inidonei a poter prestare la loro attività professionale, soprattutto in reparti come pneumologia, oncologia, ematologia, malattie infettive, sale operatorie, terapia intensiva: ciò in quanto si tratta di reparti a rischio, i cui pazienti ospitati sono soggetti a maggior probabilità di poter contrarre il virus, date anche le recenti varianti a trasmissione più veloce.
Amati ha specificato inoltre che la vaccinazione resa obbligatoria per gli operatori sanitari non costituisce un elemento di risoluzione definitiva contro il virus da Covid-19, ma comunque rappresenta uno strumento in più nell'ambito della lotta alla pandemia, a favore dell'immunizzazione di gregge.
Le parole di Pierluigi Lopalco
L'assessore regionale alla Salute, Pierluigi Lopalco, ha chiarito che tecnicamente non si parlerebbe di un obbligo, in quanto non trattasi di trattamento sanitario obbligatorio, ma piuttosto di un disincentivo a disertare la vaccinazione. In qualsiasi caso, la conseguenza prevista per l'operatore che non accoglie la "forte raccomandazione" sarebbe quella della inidoneità.
Per cui tecnicamente non sarà un obbligo, ma praticamente sembra esserlo.
I dati delle ASL pugliesi
Obbligo o meno, i dati provenienti dalle ASL pugliesi non appaiono allarmanti: nella ASL di Lecce si è sottoposto a vaccino il 90% del personale sanitario; nella ASL di Brindisi manca il 30% dei medici e infermieri. Poche decine di operatori sanitari in tutta la Regione Puglia hanno espressamente rifiutato di ricevere la somministrazione del vaccino.