I farmaci negli anziani vengono prescritti da diversi specialisti per curare le patologie frequenti legate all'età: diabete, ipertensione, ipercolesterolemia, problemi cardiaci. Spesso, tuttavia, ogni specialista consultato non è al corrente di quali e quanti farmaci già prenda la persona in questione. Il fenomeno della politerapia è spesso più dannoso che utile, soprattutto negli anziani che hanno un metabolismo più lento e ne subiscono pesanti conseguenze a livello renale.
“Alcuni studi, condotti nell’ambito del programma Reposi (REgistroPOliterapie della Società Italiana di Medicina Interna), un network di reparti di medicina interna e geriatria italiani – sottolinea Giorgio Sesti, presidente della Simi – hanno messo ben in evidenza il fenomeno della polipharmacy e le sue ricadute.
A rischio di effetti indesiderati sono soprattutto le persone con una ridotta funzionalità renale, condizione comune tra gli anziani”.
I farmaci negli anziani: le cifre
I farmaci negli anziani sono oggetto di una ricerca su oltre cinquemila pazienti over 65, condotta nell'ambito dello studio REPOSI (Registro Politerapie della Società Italiana di Medicina Interna). Il 66% di pazienti assume cinque o sei farmaci, e circa un terzo ne assume una decina l'anno. Circa una metà di questi ha avuto una compromissione moderata della funzionalità renale, il 14% una compromissione grave ed il 3% una molto grave. Al followp up si è visto come una inappropriatezza di prescrizioni si associava ad un aumento del rischio di mortalità del 50%.
Le conseguenze
Dosi eccessivamente alte ed interazioni tra farmaci possono provocare effetti collaterali tali da richiedere un ricovero ospedaliero. L'alterazione di reni e fegato è una delle conseguenze più frequenti nei pazienti anziani. Negli anziani, tuttavia, si verificano frequentemente anche fenomeni quali cadute, cali eccessivi di pressione, emorragie, delirium.
E sono problemi che in buona parte riconoscono tra le cause proprio un eccesso di farmaci. L'aumento dell'aspettativa di vita ed il progressivo aumento della popolazione anziana contribuiscono ad aumentare il fenomeno. Su questi aspetti è necessaria una maggiore sensibilizzazione dei medici di famiglia e degli specialisti, ma anche di pazienti, famiglie e caregiver.
I farmaci negli anziani: la proposta
La SIMI (Società Italiana di Medicina Interna) propone quindi un cambio di paradigma, lanciando il cosiddetto de-prescribing per quanto riguarda i farmaci negli anziani. Si tratta di rivalutare le situazioni cliniche, ponendo attenzione a quali siano i farmaci veramente indispensabili ed eliminando tutti gli altri. Questo significa altresì intensificare la prevenzione, in tutte le sue modalità. Alimentazione corretta, attività fisica, correzione del peso corporeo, cessazione di abitudini nocive quali il fumo possono fare molto per evitare l'insorgere di patologie e quindi l'uso di farmaci. Ma sono un valido strumento anche nel caso siano già comparse alcune malattie, perché aiutano a mantenerle sotto controllo e di conseguenza ridurre l'uso di farmaci.