L'alimentazione in Gravidanza è un fattore importante per la buona salute dei figli. Finora ciò era noto soprattutto per alcune sostanze da evitare, come alcool o cattive abitudini quali il fumo o per l'importanza di assumere elementi che favoriscono la buona salute del feto, come ferro ed acido folico. Adesso una ricerca francese ha invece evidenziato come diversi profili dietetici seguiti dalle madri durante la gravidanza potrebbero essere associati a delle differenze nello sviluppo cognitivo dei loro figli. Lo studio è stato effettuato da un'équipe guidata dalla dottoressa Blandine de Lauzon-Guillain, dell'Istituto Nazionale Francese per la Salute e la Ricerca Medica (INSERM).

L'équipe ha seguito 18 mila bambini dalla nascita sino all'età adulta: ad essere oggetto d'analisi dunque l'associazione tra il rispetto delle linee guida nutrizionali durante la gravidanza e il neurosviluppo nei bambini in età prescolare.

Se la cosa è definibile come l'obiettivo di fondo dello studio, la premessa risiede invece nel fatto che "le linee guida dietetiche a disposizione delle donne in gravidanza sono state elaborate per migliorare la salute materna e lo sviluppo fetale laddove però la loro adeguatezza a sostenere lo sviluppo neurologico della prole è rimasta poco studiata".

L'alimentazione in gravidanza: i profili dietetici

Il team di ricercatori ha messo in risalto cinque profili dietetici per quanto riguarda l'alimentazione in gravidanza.

Il primo è quello "occidentale", ove è notevole la presenza di cibi quali pizza, dolciumi, carne rossa. Il secondo è il profilo denominato "equilibrato" e si caratterizza per un buon consumo di alimenti vegetali, cibi integrali, legumi e yogurt. Un terzo profilo è quello definito "pane e creme", ove il pane è frequentemente associato a burro, cioccolato o altre creme spalmabili.

Il quarto profilo è quello degli "alimenti trasformati", caratterizzato dal consumo di vari prodotti molto lavorati e pasti pronti. Infine, un quinto profilo denominato "colazione", con un elevato consumo di latte, cereali ed altri prodotti analoghi. L'équipe ha tenuto in considerazione altresì dati di stampo più sociale, quali il livello economico e culturale delle madri e le interazioni con i bambini.

Le conclusioni dello studio

I ricercatori hanno valutato le diverse situazioni tramite interviste ai genitori e agli operatori del territorio (ad esempio i pediatri), osservazioni con i bambini, test ed interviste dirette con i bambini più avanti d'età. Lo studio ha evidenziato che l'alimentazione in gravidanza può avere effetti diretti sullo sviluppo cognitivo del futuro nascituro. Un profilo alimentare più sano, ricco di pesce, verdura, frutta potrebbe dunque essere associato a punteggi cognitivi dei bambini più elevati. All'esatto opposto si situa il gruppo di bambini le cui madri hanno seguito diete ricche di cibi processati. Gli effetti dei diversi profili alimentari sono maggiori soprattutto nei bimbi più piccoli.

Oltre i tre anni di età del bambino, le differenze di punteggio cognitivo tendono progressivamente ad attenuarsi. Ciò è verosimilmente dovuto alle maggiori stimolazioni relazionali e cognitive cui i bimbi sono esposti a partire dall'ingresso nella scuola materna.

Si legge nelle conclusioni dello studio come: "Una maggiore qualità della dieta durante la gravidanza risulterebbe dunque associata a punteggi più elevati di sviluppo neurologico riferiti dai genitori nella prima infanzia" e si sottolinea che: "l'associazione negativa tra il consumo di prodotti a base di carne di maiale e i punteggi del primo sviluppo neurologico deve invece essere ulteriormente confermata".