In occasione della Giornata Mondiale dell'Udito (World Hearing Day) indetta dall'OMS, che si celebra ogni anno il 3 marzo, sono stati resi noti i dati relativi ai problemi uditivi nella popolazione mondiale. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha richiamato l'attenzione dei governi affinché la cura dell'udito, intesa sia come prevenzione sia come terapia, sia inclusa nelle cure primarie. È emerso che il deficit uditivo riguarda tutte le fasce di età e non solo la popolazione più anziana.

La diminuzione dell'udito: un problema diffuso

I dati presentati evidenziano che, attualmente, il 5% della popolazione mondiale presenta perdita uditiva e nei prossimi decenni questo numero è destinato a crescere.

In Italia il problema interessa circa 7 milioni di persone, pari a più del 12% della popolazione. Le forme che riguardano la diminuzione dell'udito sono molte, dalla perdita lieve alla sordità completa, e riguardano ogni fascia di età in rapporto a specifici fattori di rischio. I sintomi sono purtroppo spesso sottovalutati anche da coloro che ne sono affetti e dai loro familiari, in quanto troppi pregiudizi sono ancora radicati tra la popolazione.

Non solo anziani

Nell'opinione pubblica è diffusa la convinzione che la diminuzione dell'udito si manifesti solo in età avanzata. Ciò è vero solo in parte, ed i dati lo confermano. Il deficit uditivo si evidenzia in circa il 50% di over 80, ma è presente altresì in un 10% di individui tra i 13 ed i 45 anni, nel 25% tra i 60 e gli 80 anni e non sono esclusi i neonati.

Negli anziani le cause sono legate all'invecchiamento fisiologico o ad alcune patologie, tipo quelle vascolari motivo per cui oltre un terzo prende più di 10 farmaci all'anno.

Gli anziani con deficit uditivo faticano spesso a partecipare alla vita familiare e sociale, a seguire una normale conversazione o le emissioni televisive, tendono ad isolarsi con conseguente depressione, perdita di stimoli e di performances cognitive.

Bambini e giovani

Per i bimbi è fondamentale lo screening neonatale, che consente di evidenziare deficit congeniti che, se non diagnosticati e trattati tempestivamente, possono compromettere lo sviluppo cognitivo del bambino e le sue capacità di apprendimento. Tuttavia, un forte richiamo riguarda la fascia di età giovanile, esposta in misura sempre maggiore ad una quantità di rumore eccessivo.

Ciò avviene soprattutto nei momenti ricreativi, a causa di abitudini di ascolto scorrette. Per tale motivo, stime OMS riportano che nel mondo più di un milione di giovani rischia la diminuzione dell'udito. Da non dimenticare, infine, il rischio professionale legato a particolari situazioni lavorative.

Le indicazioni OMS

Da qui, il documento indirizzato agli operatori sanitari, dal titolo "Primary ear and hearing care training manual", nonché l indicazioni per tutta la popolazione affinché non siano trascurati i primi sintomi, i controlli medici periodici e le conseguenze che riguardano la diminuzione dell'udito in ogni ambito di vita: una su tutte, la sicurezza nella guida.