I tempi di quando la Ferrari vinceva sembrano lontani anni luce, sei anni fa per l'esattezza, quando il "Cavallino rampante" si accreditò l'ultimo mondiale costruttori, mentre salgono a sette per l'ultimo mondiale piloti. Erano gli ultimi fuochi con Raikkonen, postumi agli anni d'oro del duo Michael Schumacher-Jean Todt, primo grande pilota della "rossa", secondo grande Team manager. Poi da quando entrambi hanno lasciato la scuderia è stata notte fonda. Certo, hanno inciso anche i cambiamenti in seno alle regole del Gran Premio, che hanno di fatto livellato le distanze tra le scuderie.

E anche auto probabilmente meno all'altezza della fama Ferrari. Non è bastato l'arrivo del pilota spagnolo Fernando Alonso, strappato alla McLaren. E ormai in odore di addio da Maranello.

Il quotidiano torinese La Stampa afferma che ormai tra il pilota e la Ferrari bisogna solo definire i dettagli economici. Su tutti, chi paga in caso di rescissione del contratto. Tra le clausole segrete, infatti, ce ne sarebbe una che consente al pilota di andarsene a fine stagione, con due anni di anticipo e senza pagare penali. Se al contrario fosse il team a licenziarlo, allora la penale ci sarebbe, eccome. E viene pure avanzata una data per l'annuncio dell'addio: il prossimo 13 ottobre. E' probabile che Alonso torni in McLaren (dove prenderebbe cento milioni in 3 anni) e che in Ferrari arrivi Vettel o Hamilton; con maggiori probabilità per il primo, ai ferri corti con il compagno di squadra Ricciardo.

Non c'è nessuna speranza che resti? L'unica possibilità sarebbe un aumento dell'ingaggio, fino a trenta-trentacinque milioni a stagione ma anche un maggiore coinvolgimento nelle scelte tecniche. Ma il nuovo corso improntato da Sergio Marchionne, dopo l'addio di Luca Cordero di Montezemolo, strida con questa ipotesi. Basta ricordare le parole dell'Ad della Fiat: "la Ferrari è molto più importante di qualsiasi partner".

Un modo per dire: non si faranno pazzie per nessuno. Mentre il pilota, incalzato dalle domande, non si è sbottonato, parlando solo della sola necessità di fare il bene per la Ferrari, mentre lui sceglierà coi minimi rischi. Al tredici ottobre, in fondo, manca poco. Vedremo.