Mikel Landa se ne va dalla Astana senza troppi rimpianti. Lo scalatore basco, grande rivelazione del Giro d’Italia in cui ha vinto due tappe ed è salito sul terzo gradino del podio finale, ha trovato lo spazio che voleva nel progetto propostogli dalla Sky, la sua nuova squadra per le prossime due stagioni. Landa sarà il capitano della squadra britannica al prossimo Giro d’Italia, ruolo che la Astana non gli avrebbe mai assegnato.

Landa – Astana: una convivenza difficile

Il feeling tra Landa e la Astana non è mai sbocciato. Il basco doveva essere uno dei tanti gregari per Nibali e Aru nell’assalto ai grandi giri, ma la sua esplosione ha giocoforza fatto saltare gli equilibri interni alla squadra.

Al Giro d’Italia Landa è stato il più forte in montagna ma è stato sacrificato in favore di Fabio Aru, il corridore su cui la Astana ha progettato il suo futuro. Situazioni che Landa certamente non ha ben digerito: “Alla Astana non hanno mai creduto in me” ha rivelato in un’intervista concessa al giornale spagnolo Deia, “Ho dimostrato di poter vincere una grande corsa a tappe e per questo voglio una squadra intorno a me. La Astana non mi ha mai fatto correre da leader e nel corso delle trattative il progetto sportivo che mi offrivano non era il migliore per me. La Sky mi ha proposto un progetto da leader, l’idea è quella di puntare al Giro d’Italia”.

Landa ha spiegato con amarezza anche quanto successo nella tappa finale del Giro d’Italia, quando l’ammiraglia lo fermò dopo aver staccato tutti sul Colle delle Finestre.

“Avevo messo Contador in un vicolo cieco anche se ero a quattro minuti in classifica. Mi hanno ordinato di fermarmi, devo ammettere che mi ha fatto molto male”.

La squalifica di Nibali, un vantaggio per Aru

Landa è tornato anche su uno degli episodi più discussi della Vuelta Espana, l’espulsione di Vincenzo Nibali. Una squalifica che secondo Landa non è stata un grande danno per la Astana, anzi.

“Al via c’erano due leader, Nibali e Aru. Sarebbe stato un problema gestirli. Aru ha avuto la fortuna di rimanere unico leader subito e questo ha giocato a suo favore. Io invece non ero mai stato considerato un possibile leader della squadra”.