Nel 'greggismo' che caratterizza il Ciclismo moderno, gli ultimi 50 chilometri della Parigi-Tours rappresentano una delle ultime e fiere sacche di resistenza alla noia: pur avendo un tracciato con poche difficoltà altimetriche i partecipanti riescono sempre a dare spettacolo, come è avvenuto nella vittoria magistrale di Matteo Trentin. E dopo il trionfo di Vincenzo Nibali al Lombardia, ecco arrivare il successo di un altro italiano in una prestigiosa classica: dopo tanto digiuno la fame era tanta.
Italia sugli scudi
In realtà già tre anni fa la Parigi-Tours aveva sorriso al nostro Marco Marcato, unico successo di prestigio insieme all'Amstel Gold Race di Gasparotto negli anni di magra delle classiche tra il 2008 (Lombardia di Cunego) e il 2015 (Lombardia di Nibali). Con questo successo Matteo Trentin dimostra di meritare più spazio in una Etixx che spesso lo relega gregario (di Cavendish al Tour - l'anno prossimo ci sarà l'avvicendamento con Kittel- e dei vari Terpstra-Boonen- Vanenbergh nelle classiche del Nord).
L'irresistibile sfortuna di Greg
Dopo una partenza a tutta (la prime due ore percorse a più di 50 km/h di media) prende il largo un gruppo comprendente Trentin (Etixx-Quick Step), Greg Van Avermaet (Bmc), Tiesj Benoot e Tony Gallopin (Lotto-Soudal) che non verrà più ripreso, togliendo al favorito Nacer Bouhanni (Cofidis), rimasto nelle retrovie, ogni possibilità di vittoria.
L'azione decisiva nel finale è proprio quella di Matteo Trentin sulla Cote de Beau Soleil, che porta via un gruppo con Van Avermaet, il belga Van der Sande (Lotto-Soudal) e il russo Pavel Brutt (Tinkoff), con quest'ultimo che perderà presto le ruote degli altri tre. Data anche la scarsa collaborazione di Van der Sande, che collabora poco sperando nel rientro di Gallopin e Benoot, Van Avermaet cerca di forzare sull'ultimo strappo disponibile, la Cote de l'Epane: il forcing del belga è fatale a Brutt, ma sul rettilineo finale si presentano un trio formato dai due belgi e da Trentin: a questo punto la vittoria sembra un affare tra Van Avermaet e Trentin, visto lo spunto veloce di entrambi, non fosse che il portacolori BMC cominci a fare ampi segni all'ammiraglia: sembra incredibile, ma ha bucato.
Trentin, senza nemmeno accorgersene, lancia la volata e la spunta per poco su Van der Sande. Resta sconcertante però la sfortuna di Van Avermaet: dopo un'innumerevole serie di piazzamenti tra Tour e classiche, ad agosto ci si era messa perfino una moto a buttarlo in terra mentre era solo al comando della Classica di San Sebastian, e ora questa foratura... Je suis Greg.