Finale spettacolare per l’Abu Dhabi Tour, grazie all’arrivo in notturna nell’avvenieristico circuito di Yas Marina,che si presenta completamente vuoto, ad eccezione del gruppo di tifosi presenti sul traguardo. Come le prime due frazioni, anche la quarta ha un percorso corto e pianeggiante che non permette di lottare per la classifica generale, già decisa dall’arrivo in salita di ieri che ha visto Esteban Chaves precedere Fabio Aru e il malcapitato Wouter Poels.

La volata e l’acuto di Viviani

La volata finale è uno show da lustrarsi gli occhi, con il Team Sky che lavora con Andy Fenn e Ben Swift per la volata di Viviani, già vincitore della prima tappa.

Le altre formazioni impegnate sono l’Astana, che corre per Andrea Guardini, la Lampre, per Sacha Modolo, e la Tinkoff, che prova a regalare a Peter Sagan la prima vittoria con la maglia di Campione del mondo, conquistata a Richmond quindici giorni fa. Daniele Bennati ricambia a Sagan il favore della prima tappa, dove l’iridato aveva lanciato l’aretino, giunto terzo: è lui a tirare nell’ultimo chilometro, ma tra lui e Sagan ci sono Daniel Oss (BMC) ed Elia Viviani, ancora freschissimo grazie al lavoro del suo team. Andrea Guardini ha invece stentato a tenere le prime posizioni (Nibali –che come promesso ha lavorato per il suo velocista, anche se con risultati non proprio esaltanti - si era infatti spostato molto prima del’ultimo chilometro) e deve rimontare per poi sprintare a ruota di Sagan.

Quando si sposta Bennati a lanciare la volata è Daniel Oss che prova ad anticipare i più quotati Viviani e Sagan: Oss non riesce però a tenere fino al traguardo, vista la decisione con cui Viviani lancia la sua volata, anticipando Sagan che per pochi centimetri non completa la rimonta sul traguardo.

Dietro a Sagan si piazzano Guardini, Oss e Canola, mentre Modolo si perde e non arriva nemmeno nella top ten. Può darsi che le ultime curve abbiano sbilanciato i valori in campo, ma nulla da togliere alla vittoria dell’azzurro, che ha dimostrato uno spunto invidiabile data la fase avanzata della stagione: d’altronde per Viviani comincia ora la seconda parte del suo impegno di atleta, quello che lo vede impegnato sui velodromi per le gare in pista, che gli permetteranno di preparare al meglio l’Olimpiade di Rio 2016.

Il podio è completato da Andrea Guardini, partito troppo indietro, che come al solito si esprime al meglio sui piattoni delle corse esotiche: dovesse dimostrare finalmente di tenere anche sulla lunga distanza, potrebbe essere lui la seconda punta della squadra azzurra per il Mondiale di Doha 2016, visto che probabilmente i gradi di capitano saranno assegnati proprio a Elia Viviani.