Quando Jan Ullrich si affacciò al grande Ciclismo a metà degli anni Novanta in molti pensarono di trovarsi di fronte ad un fuoriclasse che avrebbe segnato un’epoca. Ullrich arrivò ai vertici giovanissimo, vincendo il Tour de France a 23 anni, ma quel successo non fu il primo della lunga serie che ci si aspettava. Il campione tedesco uscì continuamente sconfitto dal confronto diretto con Armstrong, finendo amaramente la sua carriera con una squalifica per doping per il coinvolgimento nell’Operacion Puerto. Da allora Ullrich ha vissuto in disparte, trovando una nuova serenità fuori dal mondo del ciclismo.

Ullrich, il profeta del ciclismo tedesco

Jan Ullrich era il giovane campione, bello e fortissimo, che prometteva di portare il ciclismo tedesco a vertici mai raggiunti. La sua forza fisica era devastante, un vero panzer capace di demolire gli avversari a cronometro e spianare le salite con lunghi rapporti potendo contare su un motore potentissimo. Già nel ’96 era andato vicinissimo alla vittoria del Tour, ad appena 22 anni, frenato dalla concorrenza interna alla Telekom del danese Bjarne Riis. Ma il successo era stato solo rimandato all’anno successivo, in un Tour dominato con 9 minuti su Virenque e 14 su Pantani. La popolarità del tedesco era salita alle stelle, ma da quel momento qualcosa si bloccò.

Ullrich dimostrò qualche limite caratteriale, un po’ di incostanza e sempre meno voglia di sacrificarsi. La batosta rimediata da Pantani nel Tour ’98 e l’ingresso nell’era Armstrong lo relegarono al ruolo dell’eterno secondo. Vinse ancora una Vuelta, due Mondiali a cronometro e qualche tappa, fino a quando fu fermato nel giugno 2006, quando Armstrong aveva ormai smesso e Ullrich sembrava pronto a tornare a vincere.

Invece l’Operacion Puerto mise un termine brusco alla sua carriera.

Ullrich, nessuna truffa

In questi dieci anni Jan Ullrich si è allontanato dal ciclismo professionistico, facendosi vedere a qualche granfondo e costruendosi una nuova vita lontano dai riflettori. “Ho una grande famiglia, una moglie e quattro figli e vivo a Maiorca.

Sono molto felice della mia vita” ha raccontato l’ex campione intervenendo come ospite a Rouler Classic, un evento che si è tenuto a Londra nei giorni scorsi.

Ullrich è tornato a parlare di quegli anni controversi e di quel Tour vinto e che è rimasto suo al contrario di quelli di Armstrong, cancellati con la sentenza di squalifica: “Lance era speciale, era il capo di tutta la squadra, ha fatto degli errori da solo” ha continuato Ullrich spiegando di essere stato solo un ingranaggio del meccanismo di doping della Telekom e di sentirsi pienamente il vincitore di quel Tour: “A mio avviso non si può chiamare una truffa. E’ così quando acquisisci sugli altri un vantaggio sleale, ma non era quello il caso.

Io non ho fatto niente che non abbiano fatto anche gli altri”.

Ullrich ha spiegato che quella squalifica arrivata nel 2006 non ha cambiato di molto i suoi piani: “Volevo smettere, non avevo più fame, avrei smesso in quella stagione o al massimo in quella successiva”. Ora però, con il Tour de France che tornerà a partire dalla sua Germania esattamente vent’anni dopo la sua vittoria, Ullrich vorrebbe tornare ad avere un ruolo in questo grande evento: “Ho guardato tutte le corse in tv in questi anni ma non sono mai andato a seguire il Tour dal vivo. L’anno prossimo però potremmo fare delle grandi cose, come una gara prima della partenza con Indurain e gli altri grandi eroi del ciclismo”.