Nel muro contro muro tra indipendentisti e nazionalisti, Gerard Piqué non poteva che divenire un simbolo in catalogna. Da sempre sensibile al richiamo politico dei separatisti, Piqué offrendo il suo volto alla causa ha provocato grossi grattacapi alla Federazione spagnola. Il difensore colonna del Barcellona e delle furie rosse, è stato più volte sul punto di dire addio alla nazionale.

Anche nei momenti più alti della carriera da calciatore Piqué non ha mai dimenticato la sua Catalogna. Con il caos innescato dal referendum e con le imprevedibili ricadute per la Spagna intera, il coro di dissenso di molti tifosi si è alzato per invocarne l’allontanamento. Il forte difensore ha incassato il colpo senza batter ciglio rilanciando con vigore il sogno represso del suo popolo. “La Spagna e la Catalogna sono come un padre e un figlio - ha affermato dinanzi a decine di cronisti - dove il figlio di 18 anni chiede di andare via di casa”. Un intervento volto anche a spegnere sul nascere l’indiscrezione di un possibile litigio avvenuto con Sergio Ramos (difensore goleador del Real Madrid ndr) per le idee politiche contrapposte dei due. “Con Sergio il rapporto è fenomenale - ha sottolineato - andiamo così d’accordo che stiamo per aprire un’attività economica insieme”.