Anche la seconda settimana di Giro d’Italia sta mettendo a nudo in maniera spietata le difficoltà di Fabio Aru. Giorno dopo giorno lo scalatore sardo sta accumulando sempre più ritardo in classifica, lasciando l’impressione di un corridore che non è in grado di far girare la propria corsa nonostante l’impegno profuso. Sul Gran Sasso il capitano della UAE Emirates si è staccato da tutti i diretti rivali per la classifica generale, ed anche la tappa di oggi ad Osimo ha confermato che Aru ha una marcia in meno rispetto ai più forti.

Aru: ‘Giudizio finale a Roma’

Il Giro d’Italia di Fabio Aru ha preso una piega negativa fin dall’inizio, con una prova a cronometro sottotono a Gerusalemme e già qualche difficoltà palesata nelle tappe intermedie in Sicilia. Ma è stato sul Gran Sasso, nella tappa di domenica, che il capitano della UAE Emirates ha lasciato sul terreno tempo prezioso e avvalorato le impressioni di una condizione approssimativa. Sulla montagna abruzzese Aru ha perso 1’14’’ da Simon Yates, staccandosi prima che la corsa si accendesse davvero. Anche oggi ad Osimo lo scalatore della UAE ha perso contatto sulla fiammata finale, non solo rispetto alla maglia rosa ma anche dai suoi diretti concorrenti.

A metà Giro Aru occupa la decima posizione in classifica generale, a 3’10’’ da Yates, un risultato che non può soddisfare il corridore e la sua squadra.

Nonostante le difficoltà il corridore della UAE è rimasto convinto di poter ancora dare una svolta alla sua corsa: “Sul Gran Sasso non avevo le gambe, mi sono staccato, non ci sono altre spiegazioni. Ma come ho detto all’inizio della corsa faremo un giudizio finale a Roma. Prima non ha senso. Dobbiamo ricordare Nibali due anni fa, o quando sono salito sul podio nel 2015.

Possono ancora succedere molte cose” ha dichiarato Aru alla Gazzetta dello Sport.

Al Giro all’80%

A dare una spiegazione più tecnica e dettagliata sul momento no di Aru è stato Paolo Tiralongo, per tanti anni suo compagno di squadra alla Astana ed ora nello staff della UAE Emirates. Il progetto del corridore e della squadra per questo Giro era stato fin dall’inizio quello di presentarsi al via in una buona condizione di forma, ma non ancora al top, contando poi di crescere e di trovarsi al massimo nelle tappe conclusive e decisive.

Secondo Tiralongo, Fabio Aru si è presentato al via del Giro d’Italia all’80% della sua condizione e per questo non è stato in grado di seguire il ritmo di Yates e degli altri uomini di classifica. Ad Aru mancano tra i 30 e i 50 watt della potenza che riesce ad esprimere quando è al top della forma e per questo è come se in salita avesse una marcia in meno rispetto al consueto. Vedremo se ora il piano della UAE andrà in porto ed Aru crescerà di condizione mentre gli altri potrebbero andare a calare, e se questa nuova ed eventuale situazione sarà sufficiente a ribaltare completamente la classifica dello scalatore sardo.