Tra i corridori che hanno appeso la bicicletta al chiodo al termine della stagione 2018 c’è anche Bram Tankink. Il 40enne olandese ha vissuto una carriera lunghissima in cui ha siglato appena due vittorie, ma correndo sempre in grandi squadre e al servizio di campioni affermati. Appena conclusa l’attività Tankink ha pubblicato un libro autobiografico, certamente molto diverso da quello dei tanti corridori vincenti che hanno raccontato la storia e i segreti dei loro successi.
L’ex gregario di Quickstep e Lotto NL Jumbo si è però rivelato un personaggio particolare per il mondo del ciclismo, e pur senza un palmares importante è riuscito a raccontare storie e retroscena curiosi.
Tankink: ‘Chi è interessato ad un libro su di me’
Lo stesso Bram Tankink ha svelato di aver avuto qualche dubbio sull'opportunità di scrivere un libro sulla sua vita. “Ho pensato, ma chi è interessato ad un libro su di me?” ha spiegato l’ormai ex corridore in un’intervista al sito olandese Panorama. “Ho subito detto che non c’era molto da scrivere, non sono diventato Campione del Mondo, non ho vinto dozzine di corse e non ho una storia drammatica.
Ma dopo aver iniziato a scrivere l’editore è stato entusiasta” ha raccontato Tankink, che è riuscito a dare una visione diversa del mondo del Ciclismo rispetto a quella descritta dai tanti ex che hanno parlato di doping e scandali.
L’ex corridore della Quickstep ha rivelato le difficoltà della sua famiglia per crescere sua sorella, affetta da una grave disabilità, e come questo gli abbia dato una visione diversa della vita e dei problemi da affrontare. “Se le mie figlie si lamentano di qualcosa penso: cosa importa, andrà di nuovo. Così anche quando correvo in bici: andrà di nuovo bene tra un paio di settimane” ha raccontato Tankink prima di rivelare il suo spirito avventuroso che lo ha portato in giro per il mondo in bicicletta e non solo per le corse professionistiche.
Già a 14 anni il futuro corridore era in sella alla bici per un viaggio in compagnia del fratello e di un amico, per andare in due settimane dall'Olanda alla Francia.
Gli aneddoti su Museeuw e Boonen
Il giornale belga Het Nieuwsblad ha pubblicato invece alcuni passaggi del libro inerenti al periodo che Tankink ha passato alla Domo e alla Quickstep, con cui ha corso fino al 2007. Il corridore olandese ha vissuto gli ultimi anni di Johan Museeuw e l’inizio dell’era Tom Boonen.
Tankink ha tratteggiato un Museeuw padrone assoluto della squadra. “Lui era il re, il resto della squadra il popolo. Tutti stavano in silenzio quando lui parlava” ha spiegato l’ex gregario, che ha poi ricordato come una volta abbia fatto uno scherzo tra i più classici a Museeuw, mettere il sale nel barattolo dello zucchero.
Il campione belga ha così salato il suo yougurt. “Grande panico, perché tutti lo sapevano: niente scherzi con Johan. È diventato gelido quando lo ha assaggiato: mi ha fracassato una scatola di uova in testa” ha ricordato l'ex corridore della Quickstep.
Una volta finita l’era Museeuw è stata la volta di Tom Boonen, con cui Tankink ha condiviso i primi successi a Fiandre e Roubaix che lo hanno portato ad una popolarità enorme. “Tom Boonen era come una calamita per le donne, una cosa mai vista” si è limitato a dichiarare l'ex corridore olandese.