Trentaquattro anni, ben più di una generazione. Era il 1985 e giusto in questo periodo, nel mese di marzo, iniziava a muovere i primi passi nella boxe professionistica un giovane di 18 anni destinato a riscrivere la storia. All'anagrafe si chiama Michael Gerard Tyson, ma tutti lo chiamano semplicemente Mike. Al suo angolo c'è Cus D'Amato, un nome che nel mondo della boxe non ha certamente bisogno di presentazioni.

Mike Tyson gli è stato segnalato pochi anni prima da un allenatore di boxe del riformatorio dove il turbolento adolescente era detenuto: il giovanotto picchia duro, ma non conosce i fondamentali del ring. D'Amato gli insegna tutto ciò che conosce, anche ad utilizzare a proprio vantaggio un'altezza tutt'altro che invidiabile per un peso massimo (178 cm). Dopo una discreta carriera da dilettante in cui comunque fallisce l'ingresso ai Giochi Olimpici di Los Angeles del 1984, disputa il suo primo match da professionista ad Albany il 6 marzo 1985.

I primi pugni di un fenomeno

Il suo avversario si chiama Hector Mercedes, pugile portoricano tutt'altro che irresistibile.

Quando sale sul ring contro Mike Tyson ha già tre sconfitte all'attivo su altrettanti combattimenti disputati. Il classico avversario 'morbido' usato per avviare comodamente la carriera di un pugile dal grande avvenire. D'Amato crede fermamente che Tyson possa diventare un campione, intanto bisogna farlo crescere ed ecco che Mercedes è un'ottima 'vittima predestinata' in tal senso. Il match dura appena 1'47" in cui il portoricano cerca invano di sottrarsi alla furia dell'avversario. Alla fine si chiude all'angolo, Tyson lo tempesta di colpi e lui crolla: l'arbitro lo conteggia, il malcapitato Hector gli fa cenno che non può proseguire.

Nasce una stella

Il 1985 è l'anno del debutto per il futuro Iron Mike, ma anche quello di una triste dipartita.

Il 4 novembre, infatti, Cus D'Amato muore a causa di una polmonite ed il giovane talento perde non solo un maestro, ma anche un padre. La sua carriera però prosegue, Mike butta giù un avversario al mese (talvolta anche due) ed il livello dei suoi combattimenti sale, fino all'anno successivo in cui affronta James Tillis e Mitch Green, i primi che riescono a concludere il match in piedi. Il 22 novembre del 1986 conquista il suo primo titolo mondiale dei pesi massimi, quello versione WBC mettendo al tappeto in due riprese Trevor Berbick. Immagini indelebili per chi ama la boxe, con il campione in carica che va due volte knock down e la seconda volta cerca disperatamente di alzarsi, ma le gambe non lo sostengono. Una sequenza che Rino Tommasi definì 'un balletto tragico'. Quella notte nacque la sua stella.