Primoz Roglic ha conquistato il primo podio della carriera in una grande corsa a tappe nel Giro d’Italia concluso una decina di giorni fa, ma il risultato ha lasciato un po’ di amarezza al corridore sloveno. Il capitano della Jumbo Visma aveva iniziato alla grande la corsa rosa, stravincendo le cronometro di Bologna e di San Marino e proponendosi come il principale favorito al successo finale. Invece le cose non sono andate bene in montagna per Roglic, condizionato da qualche problema fisico, dalla debolezza della squadra e dalle circostanze della corsa.

Roglic: ‘Imparare dagli errori’

Dopo una prima parte di corsa scintillante, il Giro d’Italia di Roglic è diventato via via sempre più difficile. Il corridore sloveno non è stato forte come ci si aspettava in montagna, staccandosi spesso dai più forti, ma ha pagato anche qualche episodio come la caduta nella tappa di Como e qualche problema fisico. Dopo quella sfortunata tappa, che ripercorreva il tracciato del Giro di Lombardia, il capitano della Jumbo Visma ha cominciato ad accusare un disturbo di stomaco che lo ha accompagnato e condizionato per alcuni giorni. Anche per questo nella tappa del Mortirolo Roglic non è stato in grado di tenere il passo degli altri uomini di classifica.

Un altro punto critico del suo Giro è stata la squadra, soprattutto nelle tappe di montagna.

La Jumbo Visma ha perso i due gregari che erano stati scelti per accompagnarlo: Gesink ha dato forfait a pochi giorni dal via per un infortunio e De Plus si è ammalato dopo poche tappe e si è dovuto ritirare. “Ho imparato molto in questo Giro e anche la squadra lo ha fatto. Penso che avevamo bisogno di questa esperienza per il futuro.

Dobbiamo analizzarlo e imparare dagli errori” ha dichiarato Roglic.

‘Sono rimasto solo’

La debolezza della squadra in montagna, causata dai problemi di Gesink e De Plus, ha esposto Roglic alle strategie degli altri team ben più attrezzati, tanto che lo stesso corridore sloveno ha parlato di una sorta di alleanza per toglierlo dai giochi per il successo finale.

“La differenza con gli altri favoriti è che sono rimasto solo nei momenti chiave e tutti hanno corso contro di me. Questa è stata la differenza. Tutti avevano paura di me, sapevano che ero un problema per loro ed hanno corso in modo da impedirmi di vincere” ha dichiarato il capitano della Jumbo Visma che invece non ha fatto obiezioni sulla decisione della giuria di sanzionarlo con 10’’ di penalizzazione per le spinte ricevute da un tifoso sulla salita del Croce d’Aune.

Pur con un po’ di amarezza per questo terzo posto arrivato al termine di una corsa che lo aveva visto a lungo come il punto di riferimento, Roglic ha concluso con un motivo di grande orgoglio: “È divertente pensare che un piccolo sloveno possa venire al Giro e competere con i migliori.

Mi è piaciuto l’eccezionale supporto dei tifosi sloveni, grazie a tutti coloro che sono venuti a sostenerci” ha dichiarato Roglic, che è il primo corridore del suo paese a centrare il podio in una grande corsa a tappe.